Cresce il numero dei trentini all'estero. Destinazioni preferite: Austria, Germania e Regno Unito
Lo scorso anno, dal Trentino e dall’Alto Adige sona partiti alla volta dell’estero in 2875, la maggioranza uomini, 1559 a fronte di 1316 donne. Quasi la metà tra i 18 e i 34 anni, ben 1350. Rispetto all’anno precedente, l’aumento è stato del 20,6%, il più alto, in termini percentuali, tra tutte le regioni italiane. Austria, Germania e Regno Unito i maggiori Paesi di destinazione.
Sono i dati dell’Aire, l’anagrafe degli italiani all’estero, alla quale, peraltro, una minoranza si iscrive pur essendo obbligatorio se il progetto migratorio arriva perlomeno all’anno. Il che fa pensare che gli emigranti possano essere ben di più. I numeri sono contenuti nell’undicesimo “Rapporto italiani nel mondo” pubblicato dalla Fondazione Migrantes della Cei presentato nei giorni scorsi a Trento, al Polo Vigilianum di via Endrici. Secondo quanto riferito dalla sociologa Delfina Licata, responsabile dell’ufficio studi e ricerche della Fondazione, l’emigrazione italiana all’estero, anche quella trentina e altoatesina, è caratterizzata dalla volontà di ricercare una maggiore specializzazione rispetto ai percorsi formativi seguiti in Italia ma anche dal perseguimento di un’autonomia personale, pur accettando magari lavori con minori qualifiche in confronto alle competenze acquisite. “Purtroppo – ha specificato Delfina Licata – manca la circolarità della mobilità. Ovvero, se questi ragazzi volessero tornare da dove sono partiti, e moltissimi lo vorrebbero, avrebbero ben poche possibilità. Sarebbe una grande vittoria dell’Italia se ciò potesse accadere”. Sempre secondo i dati Aire contenuti nel Rapporto, i regionali all’estero sono attualmente 89mila di cui più di 50mila trentini e il resto altoatesini. I Paesi di destinazione più gettonati sono Brasile, Svizzera, Argentina, Germania e Francia. Delfina Licata ha sottolineato che “le fonti ufficiali dalle quali ricavare i dati del fenomeno sono purtroppo carenti perché molti non si iscrivono all’Aire il che significa, anche, che il progetto migratorio è segnato da una forte precarietà e spesso risulta non definitivo”. Comunque, a livello nazionale, dal 2006 al 2016 gli iscritti all’anagrafe sono aumentati del 54,9%.
Dal canto suo, l’assessore provinciale alle politiche giovanili, università e ricerca Sara Ferrari ha detto che “quello della mobilità, specialmente giovanile, è un fenomeno globale di cui farsi carico. La nostra responsabilità politica è quella di formare cittadini europei e del mondo (martedì Trento ha ospitato un'intera giornata sulle opportunità in Europa, ndr.) che abbiano ampie competenze, anche linguistiche, per dar loro accesso alle opportunità che ci sono a livello internazionale”.
Resta, peraltro, anche il problema dell'ancora scarsa consapevolezza dei giovani trentini all'estero – sottolineato dal delegato vescovile don Beppino Caldera – di dover assicurare alle loro famiglie e alle loro comunità delle ricadute positive, economiche ma non solo, e non affrontare il trasferimento all'estero come un fatto puramente individualistico.
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