La testimonianza a Bolzano di una delle madri che si battono contro i “roghi della vergogna”: perchè altri bambini non muoiano
“”Sono passati tre anni e mezzo da quando mio figlio Antonio è andato via. Aveva 10 anni ed è una delle piccole vittime della Terra dei Fuochi e dei roghi della vergogna. Premetto che noi da Napoli ci eravamo spostati li per cercare una qualità di vita migliore…” Comincia sempre da questo paradosso e dal ricordo del suo unico figlio il racconto di Marzia Caccioppoli, una delle mamme impegnate a far conoscere in tutt'Italia il dramma di questo lembo di terra tra Caserta e Napoli, avvelenata dalla camorra e dall'assenza di legalità. Accanto a lei il parroco padre Maurizio Patriciello (ne parliamo a centro pagina), invitato a Bolzano dall'associazione “Teatro Cristallo” nel percorso di testimonianze “Le vie del Sacro” a presentare l'ultimo libro-denuncia dal titolo “Madre Terra, Fratello Fuoco”.
Marzia non ha più lacrime per raccontare il calvario che ha portato il figlio alla morte in un anno dopo la scoperta del tumore raro nel giugno 2012 e le impossibili cure presso il “Gaslini” di Genova. “La prognosi è infausta, questo tumore viene solitamente a persone adulte, è riconducibile a certe aree del Giappone”, si sono sentiti dire dall'oncologa, ma altri casi analoghi segnalati poi nella Terra dei Fuochi hanno ricondotto queste morti premature ai veleni disseminati sotto terra dalle discariche di rifiuti e dai fumi maleodoranti respirati in quelle zone dove mediamente si vive – lo dicono ormai le statistiche – tre anni in meno che nelle altre città italiane.
Grazie a padre Maurizio, Marzia ha conosciuto poi le altre mamme che han perso bambini per tumori e leucemie e assieme al marito ha trasformato il suo dolore in amore per gli altri: hanno fondato l'associazione “I Bambini prima di tutto” proponendosi di sostenere altre famiglie e di combattere una buona battaglia contro la disinformazione:
“Negli occhi delle mamme che ora soffrono per la malattia dei loro bimbi vediamo quello che è capitato noi – spiega Marzia – ci proponiamo di aiutarle durante le lunghe degenze ospedaliere e di sostenerle anche sul piano economico per le cure richieste attraverso forme di adozione almeno economica. Siamo totalmente a disposizione loro perchè non abbiamo smesso di essere mamme”.
L'associazione affianca padre Maurizio nella sua opera di denuncia ed ha prestato le foto dei bambini scomparsi in questa anni per farne delle cartoline ricordo da inviare alle autorità nazionali. Spiega Marzia: “Milioni di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal Nord e dal Centro Italia sono stati interrati e dati alle fiamme grazie ad un patto scellerato tra mafia locale, politica corrotta e imprenditori senza scrupoli: qui si ammalano e muoiono più bambini (e non solo) del resto d'Italia”.
Davanti al pubblico bolzanino, la mamma di Antonio prova a guardare al futuro: “La speranza che coltivo in cuore è che un giorno la nostra associazione non debba più tutelare famiglie di bambini oncologici, ma possa battersi per bambini che non debbano più ammalarsi. Che in questo angolo di terra si possa tornare a nascere senza la prospettiva di ammalarsi così facilmente per le condizioni ambientali”.
L'associazione si è denominata “Noi genitori di tutti” ed è formata da mamme (e papà) più o meno coetanei: “Ci siamo rimboccati le maniche per i figlil di tutti e sappiamo che i nostri angeli, lassù, sono felici se ritorniamo ad essere genitori di tutti”.
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