Don Giorgio Cavagna entra nella comunità di Levico “come si sale su un treno regionale in corsa”

È entrato nella comunità come si sale su un treno regionale in corsa don Giorgio Cavagna, 42 anni, nuovo parroco di Levico Terme, Barco, Selva e Santa Giuliana. Accolto davanti al municipio, è stato portato fino alla piazza della chiesa con il camion dei vigili del fuoco volontari di Levico, preceduto da una sfilata composta dalla banda, dalle associazioni e dalla comunità locale. Comunità che lo ha salutato attraverso le parole del sindaco Gianni Beretta. “È un grande piacere avere qui con noi don Giorgio. La nostra è una comunità sicuramente ampia e per certi versi complicata, ma qui don Giorgio riuscirà a scoprire anche un territorio ricco di persone che vogliono aiutare”, ha detto davanti al sagrato della chiesa. A dare il benvenuto al nuovo parroco “con un caloroso abbraccio” è stata anche la comunità di fedeli attraverso le parole di Loretta Ochner e Marcella Gaigher. “Le nostre parrocchie sono quattro. Da qualche anno abbiamo provato a far incontrare insieme questi quattro vagoni per iniziare un viaggio di avvicinamento delle nostre comunità, per essere uniti nella fede e per collaborare nelle attività pastorali e nelle celebrazioni. Ti chiediamo di guidarci con pazienza”, hanno spiegato, ricordando che “a breve ci aspetta la visita pastorale del nostro vescovo Lauro, un’occasione che ci viene offerta per aprirci al dono della gioia e diventare semi di fraternità”.

Don Giorgio Cavagna con don Antonio Brugnara (a sinistra)

A fare le veci del vescovo in una Messa concelebrata da diversi sacerdoti da tutta la Diocesi è stato don Antonio Brugnara, parroco di Pergine, dove don Giorgio è stato cappellano prima di essere parroco di Lavarone, Folgaria e Luserna, comunità che lo hanno accompagnato anche nella sua prima Messa a Levico, dove era presente anche il sindaco di Folgaria Michael Rech. “È bello ricominciare – ha affermato don Antonio – e con don Giorgio avete una persona bella, esperta di relazioni semplici, con cui poter ricominciare. Vi affido questo nuovo parroco, in particolare ai ragazzi ché cresceranno con lui. So che sarete in grado di volergli bene”.

Don Giorgio Cavagna, appassionato di treni, ha iniziato la sua prima omelia levicense con un dato di cronaca. “Ho letto sui giornali che nei prossimi mesi inizieranno i lavori di elettrificazione della Valsugana. Tranquilli, non faccio il giornalista, ma mi piace partire da questa notizia locale perché ho una passione per il mondo ferroviario. Le parrocchie sono come un treno composto da diverse carrozze”, ha detto don Giorgio, precisando poi che non si tratta di Freccia Rossa o di Italo, quanto piuttosto di “treni regionali”. “Quando un parroco nuovo entra in una parrocchia è come se salisse sul treno. Prima c’era don Ernesto (Ferretti, ndr), che avete salutato e che ringrazio personalmente per la sua disponibilità ad aiutare nel cambio”.

Ogni treno che si rispetti, ha proseguito don Giorgio, è partito da un punto con un obiettivo ben preciso: una meta. “La meta della vita cristiana, lo sappiamo, è il cielo e il Regno di Dio. Ma si sa che quelli arrivano nell’aldilà. Noi ora siamo in un ‘aldiquà’. Ed è bello sapere che c’è la meta ma c’è anche un percorso qui. Quello è il nostro viaggio. Eccomi qua, salgo sul treno e si parte verso la meta. Chiaramente i binari della vita cristiana non viaggiano sulla Luna, ma sulla Terra; quindi si intersecheranno talvolta con la vita della comunità civile, a cui do la mia disponibilità a collaborare per i binari che sono di comune percorso”.

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