La parola “Sensei”, in giapponese, significa letteralmente “qualcuno che è nato prima di un altro”. È usata soprattutto tra chi frequenta il mondo delle arti marziali per rivolgersi a un maestro, a un insegnante. O più in generale per riferirsi a qualcuno che – avendo già visto, ascoltato, provato ed imparato molto – può svolgere la funzione di guida nella comprensione dell’intricato mondo del judo, così come del karate.
Sensei è anche il nome del progetto di ricerca che ha l’obiettivo di sviluppare un software capace di comprendere le conversazioni che avvengono via telefono o web, più nello specifico tra clienti e operatori di contact center. Promotore del progetto è l’Università di Trento, con il SIS Lab del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione. Del gruppo di ricerca fanno parte anche le università di Essex, Aix Marseille e Sheffield e i partner industriali Websays e Teleperformance.
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