Lo sgombero di Idomeni, Silvia Maraone:”Persone, non numeri”

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In un clima di rassegnazione e di incertezza prosegue lo sgombero di Idomeni, il più grande campo profughi informale europeo, al confine tra Grecia e Macedonia

Vi hanno trovato rifugio per mesi oltre 8500 persone , tra cui moltissime famiglie con 4000 bambini provenienti da Siria, Afghanistan, Iraq. Saranno spostati gradualmente in nuovi campi aperti nei dintorni di Salonicco.  Per migliaia di persone, rimaste bloccate in Grecia a causa della chiusura della “rotta balcanica” balcanica  svanisce  l’ultima speranza di poter proseguire il loro cammino verso il Nord Europa.

Lungo la rotta balcanica sono giunte nella notte Silvia Maraone  e Annalisa Prandi in missione di valutazione del progetto a sostegno dei profughi a Presevo in Serbia   promosso da IPSIA del Trentino/Nazionale e Caritas Serbia con il sostegno dell’Assessorato alla Cooperazione e Giunta Provinciale della Provincia di Trento.   In particolare il progetto offre  aiuti umanitari (cibo, materiale igienico sanitario, protezioni dagli agenti atmosferici)   per i gruppi vulnerabili (anziani, donne, bambini)   e i servizi di supporto sociale nei centri di registrazione e transito.  “La situazione che si respira lungo la rotta balcanica  – racconta Silvia Maraone in collegamento telefonico – è di caos e incertezza per il destino delle persone”.

Da quest’estate lungo la rotta balcanica sono transitati circa un milione di migranti  Dei quali il 40 per cento bambini, famiglie intere in fuga da guerre, miseria e fame.  

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