Terrorismo e accoglienza, no a slogan populistici

Bolzano – Nel corso della messa di Pasqua il vescovo Ivo Muser ha fatto riferimento alla relazione, spesso abusata per scopi elettoralistici, tra terrorismo e accoglienza. “Ogni violenza – ha detto – è espressione di una cultura della morte. Gli atti terroristici come quelli del martedì della Settimana Santa a Bruxelles ci ricordano tristemente come non ci sono posti sicuri e al riparo dal fanatismo, di qualsiasi matrice esso sia. In questi momenti tutti ci chiediamo cosa fare, come reagire, come difenderci. Certamente vanno confermate e rafforzate le misure di sicurezza. Nel contempo, però, sono convinto che esse da sole non possano risolvere efficacemente questo dramma, come non potranno farlo le politiche e gli atteggiamenti di chiusura, i muri, il filo spinato. Penso che questi avvenimenti tragici e atroci debbano essere per l’Europa uno stimolo per rivedere il proprio modo di vivere dal punto di vista morale e spirituale. Cristo, il vincitore pasquale ci doni tanta speranza, tanta misericordia, tanta solidarietà con i vicini e con i lontani, con i nostri e con coloro che come profughi non voluti e non amati bussano alle nostre porte.  Gesù il Signore Risorto è la speranza più forte di ogni crisi”.

Ha concluso il vescovo: “Ringrazio tutti coloro – persone singole, gruppi e responsabili nella società e nella politica – che affrontano la sfida che ha bisogno di tutti noi e che ci terrà occupati per molto tempo ancora, in modo sobrio, senza slogan populistici e nell’atteggiamento della condivisione e della solidarietà”.

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