Il dibattito sollevato dalle affermazioni del presidente della Camera di commercio di Bolzano, Michl Ebner
Bolzano – L’emergenza migranti avrà ripercussioni sul turismo altoatesino? È quanto ha paventato la settimana scorsa il presidente della Camera di commercio di Bolzano, Michl Ebner. “Deve essere categoricamente esclusa l’accoglienza in Alto Adige di un numero di profughi che eccede il contingente minimo assegnato”, dice Ebner. “L’economia altoatesina – aggiunge – è solidale con i profughi di guerra che vengono nella nostra provincia. È però necessario distinguere tra i profughi di guerra e gli altri profughi”. In ogni caso “i centri di accoglienza necessari devono essere allestiti nelle zone dove avviene l’ingresso illegale in Italia, e comunque non oltre Verona”.
A queste dichiarazioni hanno subito risposto la Caritas diocesana, la Federazione per il Sociale e la Sanità e il KVW. Queste realtà assai rappresentative, “in quanto portatrici di valori sociali e principi solidaristici, desiderano affermare una prospettiva e un punto di vista alternativo a quello espresso in termini puramente economici, per la considerazione del fenomeno migratorio e relativa problematica di gestione dell’accoglienza: la dignità umana vale di più della crescita economica”. Inoltre “l’Alto Adige è una regione dalle tante risorse e come tale è chiamata a fare la sua parte in favore di persone e terre meno fortunate”. “Voltarsi dall’altra parte di fronte alle persone in stato di bisogno (causa guerra, persecuzioni, cambiamenti climatici, miseria) è contrario ai valori della nostra civiltà e contraddice gli elementi essenziali del pensiero sociale cristiano”. Infine: “Molti dei motivi che inducono le persone ad abbandonare la propria terra sono proprio di natura economica e possono essere risolti solamente stabilendo una stretta relazione tra economia e diritti umani, nella prospettiva di una giusta distribuzione delle risorse sul piano locale e sul piano globale”.
Sabato scorso, per attirare l’attenzione sulla situazione di oltre duecento persone richiedenti asilo che in questo momento vivono a Bolzano al di fuori delle strutture dell’accoglienza statale e provinciale, è stato organizzato un pranzo in piazza. Presentata anche una lettera, redatta dalla Fondazione Langer, firmata da 13 organizzazioni e indirizzata a varie istituzioni, in cui si denuncia il disagio e si chiedono interventi concreti. Anche in questo caso si registra un intervento della Caritas diocesana, questa volta assieme all’associazione Volontarius. Le due realtà, “coinvolte direttamente, a vari livelli, nell’accoglienza e accompagnamento di persone richiedenti asilo – si legge nella dichiarazione congiunta –, seguono con attenzione l’iniziativa che si esprime nella lettera riguardante l’‘accesso alle misure d’accoglienza per i richiedenti protezione internazionale presenti nel territorio di Bolzano’. A molte delle questioni indicate Caritas e Volontarius stanno già dando o ricercando risposte concrete, in dialogo e collaborazione con le istituzioni competenti sul territorio. Caritas e Volontarius, avendo come obiettivo prioritario il bene delle persone coinvolte, auspicano soluzioni rispettose della dignità umana, da attuarsi ognuno a seconda delle proprie specifiche responsabilità”.
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