L’anima: una dimensione contesa tra gnosi e Cristianesimo

Talvolta la parola anima viene utilizzata nel linguaggio comune senza però sapere cosa nasconda e che significato abbia per la persona e per la sua vita. Questo è stato il punto di partenza della serata che il 25 febbraio, presso l’auditorium del Collegio Arcivescovile "C. Endrici" di Trento, ha visto la relazione del professor Pierluigi Pavone, prestigioso docente di Storia e Filosofia presso l’Istituto pontificio Sant’Apollinare di Roma e professore incaricato di Storia della filosofia, Teoria della conoscenza dell’uomo presso l’Ateneo pontificio Regina Apostolorum.

Il prof. Pavone ha iniziato la sua relazione con alcune provocazioni: ha coinvolto la platea attenta e interessata mostrando come ormai nella modernità si abbia una visione vaga dell’anima e come si sia persa l'idea della sua unità con il corpo. Durante la serata sono state trattate diverse tematiche estremamente interessanti e stimolanti; fra le tante il professore si è collegato a parecchie tematiche di attualità facendo esempi concreti e riferimenti al tema cardine della serata. È emerso come l’anima dell’uomo insieme al corpo costituiscano un identità precisa, anche in chiave sessuale, nonostante con la chirurgia l’uomo possa fenotipicamente cambiare il proprio aspetto e da maschio “diventare” femmina e viceversa. Oggi – ha detto Pavone – si tende a credere che ciò che il proprio pensiero elabora autonomamente sia vero, ma non è assolutamente così: i sessi infatti sono due e solo due, maschio e femmina; i vari “generi” alternativi che vanno a chiamarsi con vari nomi più o meno simpatici e fantasiosi non dicono la vera natura dell’uomo. In un mondo dove vi è un agnosticismo diffuso, dove si vede Dio come creatore malvagio, dove si vede l’anima come prigioniera nel corpo e dove l’uomo pretende di diventare Dio, in una sorta di auto-divinizzazione, occorre cercare di ribaltare le carte in tavola e smentire questa visione gnostica, mostrandone il volto demoniaco.

Avviandosi alla conclusione della serata, il professore ha chiarito il concetto di volontà. Cosa significa volontà? L’uomo ha delle tendenze naturali e psichiche che prevedono la conoscenza e questa può essere sensitiva e, a tratti istintiva: a differenza degli animali l’uomo è pure dotato di una ragione e di una volontà chiamate a “funzionare” intellettualmente. Egli va visto dunque come unità inscindibile. Considerarlo come realtà bipartita non è possibile se non cadendo in una prospettiva gnostica. Platone, ha precisato il professore, attraverso il mito della biga alata ci spiega che la biga governata dall’auriga rappresenta la parte razionale dell’anima e ha di fronte due possenti cavalli uno bianco e uno nero: il cavallo bianco rappresenta la parte dell’anima dotata di sentimenti di carattere spirituale, il cavallo nero invece rappresenta l’anima concupiscibile ovvero quella che si dirige verso il mondo dei sensi e dell’istinto. Il compito dell’auriga, quindi dell’anima razionale, è quello di gestire i due cavalli in modo tale da poter vincere la corsa della vita.

Davide Galassi (IV scientifico)

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