“Non sono i singoli paesi che accolgono, ma tutta la comunità trentina”
L'Arcidiocesi di Trento, facendo proprio l'invito di Papa Francesco all’accoglienza, ha firmato un protocollo d’intesa con la Provincia Autonoma di Trento per dare avvio al progetto accoglienza dei richiedenti protezione internazionale (coloro cioè che più comunemente chiamiamo profughi) in alcune strutture messe a disposizione dalle parrocchie: appartamenti e canoniche.
Sono una quarantina le persone finora accolte (a Castellano, Noarna, Arco, Mollaro, Lomaso, Bleggio, in Valsugana), ma la Chiesa trentina è pronta ad accoglierne 120. Le spese di adeguamento delle abitazioni sono sostenute dall’Arcidiocesi, che non chiede alcun affitto alla Provincia, mentre l'accoglienza è gestita dalla Fondazione Comunità Solidale e Caritas Diocesana in sinergia con il Cinformi e promuovendo dei comitati per l’accoglienza nelle singole parrocchie.
Molte sono le domande che la gente si pone circa l'accoglienza: ecco le risposte dei responsabili della Caritas e della Fondazione Comunità Solidale, Roberto Calzà e Cristian Gatti.
Chi sono le persone che arrivano?
Sono poveri che bussano alle nostre porte perché dove sono nati non possono più vivere a causa delle guerre, della situazione politica e civile, delle condizioni ambientali ed economiche.
Come trascorrono le giornate?
Devono obbligatoriamente partecipare a corsi di italiano e di formazione organizzati dalla Provincia e potranno essere interessati alla realizzazione di piccoli servizi di volontariato alle comunità o ai comuni.
Chi garantisce il loro buon comportamento?
L’équipe della Fondazione, il comitato di accoglienza, i cittadini comuni che intessono con loro rapporti.
Per quanto tempo staranno fra noi?
Dai 18 ai 24 mesi, il tempo necessario per dimostrare la loro buona volontà e veder riconosciuta e accolta la loro richiesta di protezione internazionale.
Quanto ricevono?
Da un fondo europeo ricevono 2,50 euro al giorno in contanti e 4 euro in buoni spesa da utilizzare nei nostri supermercati. Il resto dei 27,50 euro dati dal Fondo servono per il servizio di gestione.
Cosa ci guadagniamo ad accoglierli?
Le parrocchie, economicamente, nulla. Gli appartamenti sono messi a disposizione gratuitamente; a livello umano, siamo convinti, c'è molto da guadagnare nel conoscere gente di culture diverse; ascoltare le loro storie e i loro drammi ci permette di conoscere anche noi stessi e ci aiuta a sentirci sempre più comunità a 360°.
Se non sono previsti arrivi nelle nostre comunità cosa dobbiamo o possiamo fare?
Innanzitutto fare rete con le comunità vicine che vivono concretamente l'accoglienza, mettersi a disposizione per una partita al pallone, per una gita in montagna, per un canto insieme… non sono i singoli paesi che accolgono, ma tutta la comunità trentina e poi non dimentichiamo che come cristiani abbiamo uno strumento in più: la preghiera per chi arriva, per le loro famiglie, per chi accoglie, per chi ancora non riesce ad accogliere.
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