Il messaggio di Mattarella alla kermesse di Riva del Garda: più legami comunitari attorno alle famiglie sull'esempio del modello trentino
Non sono mancati i momenti d'interesse e di svago – dai laboratori per le famiglie al conclusivo torneo di calcetto – nella settimana del quarto “Festival della famiglia”, ma la sorpresa in un programma forse fin troppo fitto è arrivata a metà della mattinata di venerdì 5 dicembre col messaggio al Palameeting del Presidente della Repubblica: “Investire sulle politiche familiari – ha scritto Sergio Mattarella – significa investire sul futuro, sui giovani, sulle donne e su una loro maggiore partecipazione al mercato del lavoro”. Secondo Mattarella, “dove le famiglie sono sostenute si realizzano le condizioni per una più equilibrata crescita dell’intera società, anche con un andamento positivo del tasso di natalità, a conferma della centralità che una politica della famiglia riveste per il Paese. Il sostegno alle famiglie genera fiducia”. L’urgenza di politiche familiari “concrete e puntuali, che non si perdano in troppo distinzioni e difficoltà applicative” è stata sottolineata nel pomeriggio dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, card. Angelo Bagnasco, che ha dedicato il suo lungo intervento (vedi a lato) alla dimensionei educativa. Vi aveva insistito anche l’Arcivescovo di Trento che ha definito la Bibbia una grande proposta educativa: “L’uomo può “educarsi” nella libertà e nella responsabilità o può fallire la sua esistenza vivendo “mal-educatamente”, vale a dire: in modo non educato. Per la letteratura sapienziale – ricordava Bressan – l’educazione, più che una serie di nozioni, è un atteggiamento dell’uomo nei confronti della realtà, uno stile di vita che deve rendere più piacevole l’esistenza umana, sia individuale che sociale”.
Le “comunità educanti”, poste a tema di questo quarto Festival promosso dall'Agenzia provinciale per la Famiglia guidata da Luciano Malfer, dal Dipartimento governativo, da “Educa” e dal Comune di Riva, hanno preso poi voce negli interventi degli amministatori locali e dei rappresentanti del privato sociale. Per i presidente dell'Associazione Famiglie Numerose basterebbe esportare il modello trentino dei Distretti famigliari (“dobbiamo far diventare un sogno italiano questo Trentino da sogno”, ha detto Giuseppe Butturini) e coinvolgere le comunità secondo lo slogan presentato dal sindaco di Trento Alessandro Andreatta: “I problemi non sono del Comune, ma in comune”.
Le linee guida del Piano governativo approvate nel 2012 ma ancora inapplicate soddisfano poco gli amministratori locali, come i rappresentanti delle regioni Veneto e Lazio (Manuela Lanzarin e Rita Visini), mentre singole iniziative virtuosi si registrano a macchia di leopeardo sul territorio nazionale: dal sindaco di Alghero, Mario Bruno, che ha utilizzato il marchio “family” nella promozione turistica, al responsabile delle cooperative sociali di Messina, Salvatore Rizzo, che ha registrato il ruolo della famiglia nell’impegno per la giustizia e la condivisione. I lavori, caratterizzati da alcuni applauditi interventi degli studenti degli Istituti “Vittoria”, Bonporti” e “Sacro Cuore”, con musica, danza, murales e video, si sono conclusi con l’esperienza della regione Trentino Alto Adige che ha recuperato dai vitalizi “restituiti” dai consiglieri un fondo di 29 milioni destinati a famiglie poveri e lavoratori in difficoltà”.
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