Differenze di genere anche dal cardiologo

In molte patologie cardiache uomo e donna necessità di diversi approcci di diagnosi e cura

Si è svolto a Trento sabato scorso un interessante e partecipato Convegno su “Sanità a misura di donna: il problema delle malattie genetiche cardiovascolari”, organizzato dall’Almac (l'associazione per la lotta alle malattie cardiovascolari) in collaborazione con i reparti di Cardiologia di Trento e Rovereto. E' stato introdotto dal direttore dell'Azienda provinciale dei Servizi Sanitari, Luciano Flor, che ha sottolineato la novità di quest'approccio “di genere”.

Grandi progressi sono stati compiuti negli ultimi anni nello studio genetico delle malattie cardiovascolari. Tuttavia nella pratica clinica l’effettuazione dei test genetici è ancora insufficiente, condizionata sia da una scarsa conoscenze della loro utilità, sia da problemi relativi alla insufficiente disponibilità di centri per gli esami. Le malattie cardiache su base genetica sono numerose, ma tra queste le più frequenti sono le cardiomiopatie che nel Trentino interessano quasi duemila persone. Le cause più frequente di morte cardiaca improvvisa nelle persone con meno di 40 anni sono due malattie genetiche: la cardiomiopatia ipertrofica e la displasia aritmogena del ventricolo destro. Aritmie gravi, fino alla morte improvvisa aritmica, possono comparire in questi pazienti durante attività fisica/sportiva, e tali aritmie possono essere il primo sintomo della malattia. Appare pertanto fondamentale diagnosticare questi pazienti nella fase che precede i sintomi, con l’aiuto dei test genetici, per impostare tutte le misure di prevenzione e di trattamento delle aritmie.

L'incontro, al quale ha partecipato anche l'assessore provinciale alla sanità Donata Borgonovo Re, ha portato ad approfondire un tema talvolta sottovalutato anche a livello scientifico, ovvero quello della “medicina di genere”, che tenda maggiormente conto della differenza di genere.

Secondo gli addetti ai lavori, come il cardiologo trentino Marcello Disertori, la maggior parte dei dati nella letteratura scientifica fa riferimento ad una popolazione prevalentemente maschile con conclusioni non sempre trasferibili alle donne. Sta diventando invece sempre più evidente come vi siano importanti differenze nella donna rispetto all’uomo in molte patologie cardiache con la conseguente necessità di approcci di diagnosi e cura differenti.

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