Sarà a Trento mercoledì 25 settembre per una lectio magistralis al 25esimo congresso della Società internazionale renardiana, associazione scientifica che raduna chi si occupa degli animali nella letteratura medievale. L’incontro si svolgerà a palazzo Prodi (sede universitaria) in via Tommaso Gar, dalle ore 15 e avrà come tema gli “Animali eroi nella letteratura medievale”. E lo storico francese Michel Pastoureau, docente all’Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi, di animali nel corso della Storia se ne è occupato a lungo. In particolare di orsi e lupi, i grandi carnivori selvatici che, in Trentino, da tempo, sono al centro di un confronto, anzi, scontro, tra chi non ne vuole sapere e quelli che, invece, vogliono tutelarli a tutti i costi.
Si può ben dire che Pastoureau sia il massimo esperto, ovviamente dal punto storico, delle due specie sulle quali ha scritto un paio di saggi di valore scientifico e di grande originalità. Nel 2008 arrivò in Italia, pubblicato da Einaudi, “L’orso. Storia di un re decaduto” che, se si volesse riassumere, è un ampio ritratto del plantigrado in relazione e nella percezione degli esseri umani nel corso dei secoli e che, da un estremo all’altro, si potrebbe sintetizzare come un percorso che nel passato remoto lo vedeva ergersi a “dio pagano” ridottosi poi a “peluche”. Al tempo, a proposito delle polemiche trentine, lo storico aveva commentato, tranchant: “Uccidendo l’orso, suo parente, suo simile, suo primo dio, l’uomo ha ormai ucciso da tempo la sua stessa memoria e ha ucciso, più o meno simbolicamente, sé stesso. E’ troppo tardi per sperare di tornare indietro. È per questo che i tentativi di salvarlo non serviranno a nulla. L’orso è condannato ad estinguersi”. Alla storia del mammifero seguì , nel 2018,“Il lupo. Una storia culturale” (Ponte alle Grazie). Nei racconti, nelle fiabe, dai bestiari ai fumetti.
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