Ha 50 anni il primo consultorio

L'Ucipem continua a rispondere a bisogni nuovi: due iniziative per rilanciare le finalità

Nato nel 1965 a Trento grazie ad una visione lungimirante, il Consultorio familiare Ucipem ha raggiunto il 50º anno di vita, tappa significativa (con con due eventi, vedi riquadro) per chi intende continuare a offrire un servizio di qualità pur non nascondendo le difficoltà esistenti a causa di un calo di finanziamenti.

A prefigurare il futuro del primo consultorio sorto in Trentino, tra i primi in Italia, l'unico privato e accreditato dalla Provincia autonoma di Trento, ossia con accesso gratuito, la presidente Enrica Tomasi, affiancata dal neo-direttore Luca Bonini, che da gennaio ha sostituito Vanda Scopel iniziando a condividere con l'equipe trentina il bagaglio di esperienze maturato nella città d'origine, Brescia. "Siamo osservatorio privilegiato sui cambiamenti sociali e siamo cresciuti per andare incontro a bisogni e richieste che sono cambiati negli anni – osserva la presidente – specchio di una realtà sempre più complessa. La nostra attenzione si concentra sulla cura dei legami famigliari: ogni persona vive all'interno di una serie di rapporti che, all'insorgere di situazioni problematiche, implicano la necessità di una riorganizzazione generale".

Il metodo di lavoro distingue da sempre l'Ucipem: "Chi si rivolge a noi è considerato persona, non utente", sottolinea la presidente. Lo conferma la scelta di predisporre i depliant informativi in varie lingue, rivolgendosi ai singoli, ai giovani, alle coppie e alle famiglie straniere residenti in Trentino. La presa in carico è affidata ad un'equipe di professionisti, composta da 30 operatori, la maggior parte dei quali impegnati a offrire consulenze nell'area psico-sociale – psicologi, psicoterapeuti, assistente sociale e sessuologa – mentre due si occupano degli aspetti legali.

Su 771 casi presi in carico nel 2014, si registrano 530 nuovi accessi: "Oggi momenti topici come la nascita di un figlio o l'evoluzione del rapporto di coppia in rapporto coniugale e poi genitoriale, mettono alla prova gli equilibri raggiunti in precedenza. Alcuni ritornano da noi perché, dopo aver risolto un problema, chiedono una consulenza per un altro", precisa Bonini. L'età media delle persone che si rivolgono al consultorio è tra i 30 e i 45 anni, "periodo in cui le difficoltà possono essere acuite anche dalla precarietà lavorativa", mentre è più difficile intercettare i giovani al di sotto dei 24 anni. Sulla prevenzione concorda l'assessora comunale Mariachiara Franzoia che conferma la stretta collaborazione con Ucipem.

"Se riusciamo a intervenire tempestivamente, avremo ricadute importanti sul territorio e sul sistema sociale in termini di elevato risparmio di spesa sanitaria, per questo puntiamo sulla prevenzione", sottolinea Tomasi. In questa direzione va il progetto "Open Space", attivato nelle scuole superiori trentine, in particolare negli istituti professionali, uno sportello di consulenza che opera in collaborazione con la direzione, gli insegnanti, le famiglie per preparare le condizioni più favorevoli all'accesso da parte dell'adolescente.

"Non mancano nuove idee come la realizzazione di un centro dedicato agli adolescenti, ma c'è la necessità di trovare una nuova sede; con la riduzione dei finanziamenti da due anni a questa parte in netto calo – ha evidenziato la presidente -, il rischio è quello di essere costretti a interrompere o dover diluire nel tempo un servizio che nella maggior parte dei casi non può essere differito, pena l'inefficacia dell'intervento".

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