Nei corsi pre-parto del Consultorio anche un incontro specifico per i papà. “Li vedo molto incuriositi”, dice lo psicologo Alberto Pacher
C'è davvero un bambino in quella pancia? Quella dei papà è un'attesa caratterizzata da una certa impazienza di poter vedere finalmente il figlio che la mamma sente crescere dentro di sé, mentre loro possono solo immaginarlo.
Se in passato i padri assistevano quasi in disparte alla gravidanza, oggi il loro coinvolgimento appare più forte e partecipato, e prosegue nell'esperienza di crescita dei figli. Un cambiamento culturale legato non solo al crescente impegno delle donne nel mercato del lavoro, e alla necessità quindi che anche gli uomini si facciano carico dei compiti di cura, ma anche al desiderio dei giovani padri di vivere con pienezza l'esperienza della paternità e la relazione con i figli. Un desiderio che va senz'altro incoraggiato e aiutato a calarsi su un ruolo che, superato il modello del padre esclusivamente come limite autoritario estraneo all'affetto, e superato anche il modello, più recente, del “mammo”, deve coniugare le funzioni affettive a quelle di autorità.
Ormai da diversi anni i corsi di preparazione alla nascita proposti dal Consultorio familiare dell'Apss (Azienda provinciale Servizi Sanitari) coinvolgono anche i padri: ogni corso prevede, accanto alla parte dedicata alle mamme (incentrata sul corpo e su tematiche relative alla donna), un percorso parallelo per la coppia, con psicologi e pediatri. La novità, introdotta il mese scorso in un corso del consultorio di Trento, ce la racconta la dott.ssa Patrizia Losio, coordinatrice dell'U.O. Psicologia 1, che comprende anche altri consultori: “Abbiamo aggiunto al programma un incontro riservato esclusivamente ai papà, gestito da un collega psicologo. Un'idea che, in realtà, non è venuta in mente a noi: la richiesta forte è arrivata proprio dai papà”.
I padri che hanno inaugurato questa iniziativa erano tutti in attesa del primo figlio: hanno avuto così l'opportunità di uno spazio, fisico e mentale, in cui condividere con altri neo-genitori le attese e le preoccupazioni, ragionando insieme sulla paternità.
L'incontro per papà è guidato dal dott. Alberto Pacher , al suo rientro da psicologo in Azienda dopo l'impegno politico: “C'è davvero bisogno di avere una buona consapevolezza della funzione paterna, di poterne parlare al di fuori di alcuni stereotipi veicolati anche dai media. Spesso questa funzione viene presentata come una maggior presenza nelle funzioni di accudimento; in realtà questo tema, pur importante, ha a che fare con il tema delle pari opportunità e dei rapporti tra donne e uomini, e non con la funzione paterna, che è prevalentemente simbolica e viaggia su un altro piano. È su questa parte che si lavora”.
Cosa caratterizza l'attesa di questi papà? “L'esperienza di un figlio è forse quella che più di ogni altra stabilisce un prima e un dopo – risponde Pacher – ma più che spaventati, questi papà mi sono sembrati molto incuriositi”. Losio sottolinea come l'attenzione dei papà non debba essere rivolta solo al bambino, ma debba “sapersi ritagliare un ruolo per il bambino, e un ruolo per la compagna”, senza mai trascurare il sentirsi coppia, prima che genitori. L'aiuto alla mamma verrà infatti non solo dal sostegno nei compiti di cura dei figli, ma anche “dall'affetto, dall'empatia e dalla cura della mamma stessa”.
Il Consultorio offre ai papà la possibilità di proseguire il percorso anche dopo la nascita dei figli, con un gruppo aperto riservato a loro, a cadenza mensile e a frequenza libera. Non un gruppo terapeutico, ma piuttosto un “laboratorio di paternità” per ragionare sul proprio ruolo, le proprie funzioni, anche le proprie difficoltà. Consapevoli che genitori si diventa, essendo disposti a osservare e interrogarsi in un percorso che dura ben più di quei nove mesi di attesa.
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