Sabato 15 novembre la collocazione all’inizio del paese della scultura di Florian Grott, un enorme guerriero in legno col braccio teso: a bloccare un’opera giudicata costosa, inutile, devastante

Che cosa può fare una statua di legno contro un'autostrada voluta dal Veneto e dal governo? Secondo i residenti di Besenello il “guerriero contro la PI.RU.BI.”, che sabato 15 novembre è stato collocato all'inizio del paese, è un simbolo molto forte della volontà collettiva, un baluardo di una battaglia iniziata 20 anni fa e mai abbandonata.

L'installazione dell'opera dell'artista folgaretano Florian Grott è stato il momento culminante di una settimana di mobilitazione che ha visto la partecipazione di migliaia di persone tra dibattiti, momenti conviviali e, soprattutto, la marcia di sabato per dire “no” alla Valdastico Nord, la cosiddetta “PI.RU.BI.”. Il corteo ha visto la partecipazione di circa 500 persone; tante famiglie, tanti giovani che hanno seguito i sindaci lagarini con fascia tricolore al petto verso l'incrocio della Statale dove “il guerriero” è stato posizionato per proteggere l'abitato all'ombra del castello.

“Ciò che mi rende più felice è sapere che tanti ragazzi si sono spesi per questa iniziativa, hanno capito che tutte le conseguenze di quest'opera scellerata ricadranno su di loro”, ha commentato il sindaco di Besenello, Cristian Comperini, da anni in trincea contro la Valdastico. La regia degli eventi della scorsa settimana, infatti, è stata dell'associazione giovanile “Libero pensiero”, che anche al corteo si è fatta trovare in prima linea. Tra le fila di cittadini c'erano anche i rappresentanti degli otto Comuni dell'Alto Vicentino che si stanno opponendo al progetto. “Dobbiamo riuscire a dialogare da una parte all'altra della montagna”, ha affermato il sindaco di Arsiero, Tiziana Occhino.

Nell'incontro dedicato al passato e al presente della lotta, venerdì 14 sera sono stati snocciolati ancora una volta i dati della grande infrastruttura che, secondo la progettazione preliminare, dovrebbe sbucare sotto Castel Beseno. Quaranta chilometri di tracciato, dei quali 15 in galleria, per 11 anni di cantiere, 5 milioni di metri cubi di scarto e 2.000 milioni di euro di spesa. “È stato approvato (dal Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ndr) lo stralcio fino a Laste Basse, ma per il collegamento trentino la Provincia ha sempre negato l'impresa, forte della sentenza della Corte costituzionale del 2011”, ha spiegato il vicesindaco di Besenello, Roberta Rosi.

Il Cipe, nel recente passato, ha cercato più volte di forzare la mano per completare la A31, è stato ricordato. Ma il Comune di Besenello, sostenuto anche dai comitati “No PI.RU.BI.” del Veneto, ha sempre tenuto botta a suon di ricorsi: per quello depositato al Tar del Lazio si attende ancora una data di discussione. L'ultimo affondo del Cipe è avvenuto nella seduta del 10 novembre scorso, dove si è premuto per ottenere un decreto del Consiglio dei ministri che sblocchi la questione.

“Abbiamo tenuto duro per vent'anni – ha detto Silvano Postinghel, presidente del Comitato trentino anti PI.RU.BI. -. I politici vengono qui per raccogliere voti, ma poi scompaiono. Per questo è importante che all'interno della resistenza popolare ci sia unità”. Un'unità che è difficile da trovare soprattutto con i residenti della Valsugana, convinti che la costruzione della Valdastico Nord risolverebbe i locali problemi del traffico. “Si tratta di un'idea falsa, corroborata da anni di somministrazione di dati falsi. Per la Valsugana il beneficio che deriverebbe dalla nuova opera è limitato”, ha testimoniato lo storico Emanuele Curzel.

A difendere il fronte del “no”, durante il dibattito di venerdì sera in biblioteca”, è intervenuto anche il geologo Luigi Frassinella. “La Vigolana è fatta di rocce stratificate, soggette a fenomeni carsici. Il foro di valico da 15 chilometri danneggerebbe la montagna, che è piena d'acqua, e causerebbe l'abbassamento del livello freatico con la conseguente perdita di sorgenti”.