Cgil, Cisl, Uil e Acli Trentine avvertono: pesanti ripercussioni sulle categorie più deboli di cittadini
E' partita anche in Trentino la raccolta di firme contro il taglio di circa il 35% dei fondi previsto dalla Legge di stabilità a danno dei patronati. La sforbiciata di 150 milioni di euro al fondo per i patronati, hanno denunciato i patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli, avrà pesanti ripercussioni soprattutto sulle persone più deboli: disoccupati, pensionati, cittadini stranieri.
“Il fondo patronati – spiega ai microfoni di radio Trentino inBlu Loris Montagner del patronato Acli di Trento – è composto dallo 0,226% del monte dei contributi obbligatori versati dalle imprese e dai lavoratori agli enti previdenziali e permette di offrire servizi gratuiti nel settore della previdenza e del welfare a 50 milioni di cittadini italiani”.
Se la proposta di legge non verrà modificata non sarà più possibile garantire il servizio di assistenza gratuita su materie quali le malattie e gli infortuni sul lavoro, i permessi di soggiorno, le pensioni di reversibilità, e più in generale su molte altre questioni burocratiche della vita di tutti i giorni.
Per chiedere al governo di fare dietrofront è possibile firmare presso le sedi dei patronati. “Chiediamo ai cittadini di venire a sottoscrivere una petizione che invieremo al presidente del Consiglio dei ministri, Renzi, perché riconsideri la questione: i risparmi sarebbero minimi, rispetto ai disagi per i cittadini“, conclude Montagner. Si può aderire anche sul sito www.tituteliamo.it, un’iniziativa di Acli, Inas, Inca e Ital per informare lavoratori, disoccupati, pensionati e cittadini sulle attività di tutela individuale previdenziale e assistenziale a loro disposizione.
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