Confermata la sentenza del Tar di Trento. Due membri della commissione tecnica, Ferrario e Flor, ritenuti incompatibili
Tutto sbagliato, tutto da rifare. Si allungano i tempi per la costruzione del Not (Nuovo Ospedale Trentino). Il 13 ottobre il Consiglio di Stato – confermando in gran parte le conclusioni del Tar (Tribunale regionale di giustizia amministrativa) di Trento – ha annullato l’esito della gara d’appalto indetta dalla Provincia Autonoma di Trento per la progettazione e la gestione per 25 anni del nuovo ospedale (un affare da due miliardi di euro), vinta dal raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Impregilo.
Il Tar con sentenza del 31 gennaio di quest’anno aveva accolto la censura di incompatibilità di due membri della Commissione tecnica di gara (Livia Ferrario, all’epoca Dirigente generale del Dipartimento Politiche Sanitarie della Provincia, e Luciano Flor, direttore dell’Azienda sanitaria provinciale), con il conseguente annullamento del provvedimento di nomina di tale Commissione e di tutti gli atti successivi. L’effetto della decisione del Tar: l’esclusione dalla gara di Impregilo e CMB e la necessità per la Provincia di nominare una nuova commissione tecnica per la valutazione delle offerte, che avrebbe dovuto procedere alla rivalutazione delle offerte tecniche già presentate da Mantovani e Pizzarotti, a quel punto – secondo la sentenza del Tar – unici concorrenti rimasti in gara.
Ora il Consiglio di Stato ha confermato l'illegittimità della commissione tecnica chiamata a valutare le offerte, a motivo dell'incompatibilità di due sui componenti, Ferrario e Flor. Un'incompatibilità, rimarca il Consiglio di Stato nella sua sentenza, scritta a chiare lettere nel codice dei contratti pubblici, laddove stabilisce che in caso di aggiudicazione di una gara con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, nelle commissioni giudicatrici “i commissari diversi dal presidente non devono aver svolto né possono svolgere alcun'altra funzione o incarico tecnico o amministrativo relativamente al contratto del cui affidamento si tratta”, e riportata “integralmente” nel Regolamento di attuazione della legge provinciale che detta "Norme in materia di lavori pubblici di interesse provinciale e per la trasparenza negli appalti” (la n. 26 del 1993).
Ma il Consiglio di Stato non segue il Tar nella parte in cui ha disposto l’esclusione dalla gara di CMB e di Impregilo e dispone nella sentenza “la riapertura dei termini per la presentazione di nuove offerte sia tecniche che economiche”.
Tutto azzerato, dunque, si riparte daccapo, proprio mentre la giunta provinciale studia l’ipotesi di un aumento dei ticket sanitari a carico dei cittadini per alcune prestazioni, per tamponare gli effetti dei tagli al bilancio.
Il presidente della giunta provinciale, Ugo Rossi, guarda il bicchiere mezzo pieno: “Almeno la sentenza salva l’impianto generale”, osserva in una nota, promettendo “in tempi brevi” la nomina di una nuova commissione, anche perché il progetto del Not “riveste valenza decisiva e strategica certamente nel settore sanitario, ma anche rispetto all’indotto sull’economia del nostro territorio”. E aggiunge: “Certo, viviamo in un Paese dove le opere restano ferme a causa di un sistema di regole che, come ha detto il presidente del Consiglio Renzi, produce il risultato che sugli appalti di opere pubbliche lavorano più gli avvocati che i muratori”.
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