Pomi, peri e santi: la frutta e i riferimenti sacri

Mele

In un tempo nemmeno troppo lontano, il calendario dei santi era un buon riferimento temporale per nominare e distinguere le diverse qualità di frutta in funzione del periodo di raccolta. Ecco allora che il 20 giugno era il tempo delle peratole di San Pero, il 24 giugno dei pomi e dei peri di San Giovanni, mentre il 26 luglio era il momento di quelle di Sant’Anna: vecchie varietà estive la cui maturazione precoce veniva annunciata dalle ricorrenze dei santi. Gli appuntamenti con il sacro terminavano a novembre con il capodanno agrario di San Martino e la festa di ringraziamento per i raccolti. Dio ed i santi venivano invocati per propiziarsi le semine e proteggere le colture; i frutti della terra erano considerati anche doni del divino a cui essere riconoscenti e non solo espressione del proprio lavoro.

Nel sentire comune non è più così, perché è cambiato il mondo. Oggi ogni nuova varietà frutticola viene iscritta nel registro delle varietà vegetali, la sua denominazione protetta dal brevetto, al cui possessore viene riconosciuto il diritto di proprietà attraverso il compenso delle royalties.

Riferimenti di carattere mercantile hanno sostituito quelli sacri e anche il linguaggio è cambiato: riconoscenza sostituita da compenso, gratuità da profitto, bene comune da privativa vegetale.
Come dice il detto: “santi nuovi mettono da parte i vecchi”.

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