Non c'è nessun indagato per la morte di Daniza, dopo la cattura con anestetico avvenuta giovedì 11 settembre: lo ha precisato mercoledì 17 settembre il procuratore capo Giuseppe Amato al termine del vertice tenutosi in procura a Trento. Nel giro di 90 giorni si sapranno i risultati degli ulteriori esami autoptici affidati a due veterinari dell'Istituto zooprofilattico delle Venezie di Trento, dove è stato effettuata l'autopsia del plantigrado, e dell'Istituto di medicina veterinaria forense del ministero della salute di Grosseto.
Intanto la Procura – incalzata dalle proteste di questi giorni e da una denuncia della LAV, peraltro non accolta – sta cercando di porre le basi per una gestione del progetto estesa anche al Corpo Forestale dello Stato, convocato in procura dal comandante Daniele Zovi, e al Servizio Foreste e Fauna di Trento.
La prospettiva è quella di arrivare a stilare delle nuove linee guida per la prosecuzione del progetto, come richiesto anche dal Ministero dell'Ambiente. Non si sono placate intanto le polemiche per i toni forti usati dalle sigle animaliste (il Fronte Animalista in particolare, altre associazioni si sono dissociate) nella manifestazione di domenica a Pinzolo (nella foto Zotta) all'insegna del motto “Assassini, assassini”. Sotto pressione, in particolare il fungaiolo Daniele Maturi che continua anche a ricevere minacce telefoniche (oltre che sul Web).
Un vertice si è tenuto anche in Provincia fra assessorati per prevenire le conseguenze delle annunciate campagne di boicottaggio: curiosa infine la notizia che Daniza “imbalsamata” potrebbe finire al Muse.
Sulla vicenda radio Vaticana ha sentito il delegato vescovile per la Pastorale Sociale e Turismo don Rodolfo Pizzolli: “Questa triste vicenda non inficia tutto il lavoro fatto finora. In Trentino la Chiesa, ma soprattutto le amministrazioni pubbliche sono molto impegnate nella custodia dell'ambiente, del territorio e noi i risultati li vediamo continuamente", ha detto, aggiungendo anche ai microfoni di radio Trentino inBlu che "la presenza dell'orso nei nostri luoghi c'è sempre stata, quindi è possibile attuare questa convivenza. Naturalmente, la responsabilità delle persone competenti deve essere portata al massimo in modo che questa esperienza in Trentino possa diventare utile per la natura e per l'equilibrio ambientale e non minaccia, non forse tanto alle persone, ma comunque certamente a chi vive nelle pastorizia, a chi alleva le mucche".
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