Vitalizi, Moltrer: “Recuperati 45 milioni”. Sindacati: “Restano privilegi per gli ex”
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Vitalizi. “Abbiamo recuperato oltre 45 milioni di euro, più del 50% di quanto erogato con la legge 6 del 2012, legato l’età pensionabile alla legge nazionale, cioè 66 anni e 3 mesi in tutti i casi dove fosse possibile, e innalzato a 60 anni dove le norme precedenti prevedevano i 55 anni”. Così il presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige-Suedtirol, Diego Moltrer, che ha incontrato questa mattina i rappresentanti delle principali sigle sindacali della regione. “Io personalmente, insieme al presidente e al vicepresidente della Regione, l’ufficio di presidenza e i capigruppo – ha aggiunto – mi sono impegnato per ottenere il miglior risultato possibile. Purtroppo sono emerse opposizioni ostruzionistiche di singoli consiglieri che hanno limitato, seppure in maniera non così significativa come i media hanno fatto passare, il risultato”. Moltrer ha anche ricordato che la norma che prevede l’opzione dei 60 anni per il diritto all’assegno vitalizio per coloro che nel passato avevano maturato questo diritto, si applicherà, con una penalizzazione che varia dal 10 al 12%, a ventisette consiglieri in tutto, alcuni dei quali in carica e di età, già ora, superiore al limite individuato.“Come organizzazioni sindacali abbiamo riconosciuto al presidente Moltrer che la nuova normativa cancella definitivamente il sistema dei vitalizi per gli attuali e per i futuri consiglieri provinciali, che potranno godere di una contribuzione in parte a carico del consigliere, in parte a carico del Consiglio regionale che dovrà essere versata obbligatoriamente ad un fondo di previdenza complementare. Allo stesso tempo abbiamo rilevato come, per i consiglieri eletti prima della 15/a legislatura, la legge mantenga ancora delle ingiustificate sperequazioni rispetto al sistema previdenziale applicato alle lavoratrici ed ai lavoratori”. A sostenerlo sono i sindacati del Trentino e dell’Alto Adige, che stamani hanno incontrato il presidente della Regione e ora parlano in una nota a firma di Paolo Burli (Cgil del Trentino), Lorenzo Pomini (Cisl Trentino), Walter Alotti (Uil Trentino), Alfred Ebner (Cgil-Agb), Tila Mair (Sgb-Cisl) e Christian Troger (Uil-Sgk). “È il caso – proseguono – di 27 consiglieri eletti in legislature precedenti alla 14/a, i quali potranno accedere al vitalizio non a 66 anni e tre mesi, come previsto dai disegni di legge poi discussi e approvati con modifiche dall’aula consigliare, ma a 60 anni di età con un contributo di solidarietà e un requisito di anzianità irrisori, non rispettando in questo modo la previsione del principio di eguaglianza sancito dalla Costituzione”.
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