Perché la trappola dell'azzardo funziona tanto bene? Perché tante persone ci cadono dentro, rimanendovi avviluppate? Chi c'è dietro a questo fenomeno, ad anteporre il proprio personale tornaconto al male, individuale e sociale, procurato? Vite spezzate, professionalità e competenze perdute, famiglie appassite… Perché lo Stato accetta di guadagnarci qualcosa, pur sapendo che la malavita ci guadagna di più e il danno alla società lo costringerà a investire cifre maggiori di quelle ricavate?
Queste le domande a cui cerca di dare risposta Umberto Folena in un agile saggio sul gioco d'azzardo patologico e sul sistema di connivenze e furbizie che lo alimenta, intitolato “L'illusione del gioco” (Àncora Editrice). Attraverso una documentazione aggiornata, snocciolando una grande quantità di dati, il libro, fresco di stampa, entra in modo efficace nei meccanismi perversi del fenomeno, “spiegando” il gioco dalla parte delle vittime, dello Stato, della “mala”, di chi resiste. Ampio spazio viene dato infatti all'Italia che reagisce, raccontando le esperienze – qualcuna trentina – dei volontari, dei medici, degli esercenti di bar e tabaccherie, di sindaci e Regioni che “non chiudono gli occhi e resistono all'aggressione dell'azzardo”.
Offrendo uno sguardo d'insieme sul fenomeno, affrontandolo da numerosi punti di vista, il libro di Umberto Folena intende richiamare l'attenzione su questa emergenza sociale e stimolare società civile e amministrazioni locali a risolverla. “Coloro che sono convinti o si convinceranno dell'importanza di questa battaglia – scrive Leonardo Becchetti nella prefazione – troveranno nel tempo importanti riferimenti e criteri per scegliere nell'ampio menù delle iniziative di contrasto quelle più adatte alla situazione e al luogo”.
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