Vitalizi ai consiglieri regionali, la Cgil: “Inaccettabile tornare ai privilegi del passato”

©FOTO MATTEO RENSI.

Con una netta presa di posizione, la Cgil del Trentino contesta la proposta della Lega di introdurre per i consiglieri regionali l'”indennità differita“, ovvero un vitalizio garantito con soli 5 anni, anche non continuativi, di presenza in consiglio regionale, proprio “mentre a Roma il Governo Meloni-Salvini sembra intenzionato a irrigidire ulteriormente il sistema pensionistico, visto che si vocifera di un innalzamento da 20 a 25 anni dei contributi minimi per poter accedere alla pensione di vecchiaia”.

“La Lega ci riprova. A distanza di due anni da quando in piena estate la maggioranza regionale di centrodestra aveva tentato di garantire ai politici regionali adeguamenti automatici delle indennità in barba a migliaia di lavoratori e pensionati colpiti dall’inflazione e dall’erosione del potere d’acquisto, oggi gli esponenti del Carroccio provano addirittura a reintrodurre, sotto mentite spoglie, i vitalizi”, scrive il sindacato in una nota. “Un privilegio inaccettabile che testimonia ancora una volta la distanza della Lega dalla vita reale e dalla gente che a parole dice di voler rappresentare“.

“Mentre a Roma il Governo Meloni-Salvini sembra intenzionato a irrigidire ulteriormente il sistema pensionistico, visto che si vocifera di un innalzamento da 20 a 25 anni dei contributi minimi per poter accedere alla pensione di vecchiaia, grazie ad una proposta di legge di un consigliere del Carroccio i politici locali potrebbero garantirsi un vitalizio con soli 5 anni, anche non continuativi, di presenza in consiglio regionale. In pratica ad una lavoratrice, magari precaria, magari con buchi contributivi legati alla nascita dei figli, per andare in pensione serviranno 4 o 5 volte in più di anni di contributi rispetto ad un consigliere regionale, che già oggi gode di trattamenti figurativi per l’accredito di contributi oltre a ricchi versamenti specifici per la previdenza complementare”, prosegue la Cgil del Trentino, che chiede alla Giunta Regionale e alla maggioranza di disconoscere questa proposta di legge, “e che piuttosto si garantisca la piena attuazione della cancellazione dei vitalizi voluta dal centrosinistra con il recupero di tutte le risorse non debitamente percepite dagli ex consiglieri”.

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