Premiati i 17 “ospiti affezionati” di Madonna di Campiglio, Pinzolo e Sant’Antonio di Mavignola

Sono 17 gli “ospiti affezionati”, ovvero coloro che da almeno cinquant’anni trascorrono le loro vacanze a Madonna di Campiglio, Pinzolo e Sant’Antonio di Mavignola, che sono stati premiati nella consueta cerimonia ideata dai comuni di Pinzolo e Tre Ville, in collaborazione con l’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio. Mezzo secolo di frequentazione è un tempo considerevole che “certifica” un affetto duraturo per la montagna, Madonna di Campiglio, Pinzolo e Sant’Antonio di Mavignola.

La cerimonia di consegna del premio, nell’edizione del 2024, si è svolta presso il “Giardino di Campiglio”, un angolo suggestivo e tranquillo con vista sul laghetto dove, alla presenza di un’ampia rappresentanza istituzionale con il sindaco di Pinzolo Michele Cereghini, l’assessore al turismo del Comune di Tre Ville Mattia Malacarne, l’assessora alle attività sociali del Comune di Pinzolo Laura Rossini, la presidente del Consiglio comunale di Pinzolo Monica Bonomini e il presidente dell’Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Tullio Serafini, sono stati premiati i seguenti ospiti:

Ada Olian Fannio Amilcare Pasquini (presentati da Guido Pasquini), Letizia D’Amelio e Paolo Nicoletti (presentati da Diego Binelli), Cristina Gasparini e Pietro Botturi (presentati da Roberto Botturi), Francesco Alajmo (presentato da Valeria Murri), Elena Bergamaschi (presentata da Riccardo Tizzoni), Enrico Boselli (presentato dalla famiglia Vidi-Alpen Hotel Vidi), Domenico Fava (presentato da Tullio Serafini), Lorenzo Panzera (presentato da Silvia Canger), Federico Schlesinger (presentato da Silvia Canger), Natalia Poschi Sambri (presentata da Silvia Canger), Jacopo Redi (presentato da Luciana Redi Ballerio), Maria Luisa Nicolini (presentata da Laura Miorelli-Chalet Laura Lodge Hotel), Carla Caffa (presentata da Raffaele Piazzola) e Silvia Bianchi (presentata da Adriano Alimonta-Alpine Days Mountain Home).

Come di consueto il riconoscimento è stato simboleggiato dal “Giglio di San Giovanni”, opera del maestro orafo Mastro 7 che rappresenta la gratitudine dell’ambito turistico nei confronti dei suoi ospiti più affezionati. Fiore raro e protetto dall’aspetto regale e aristocratico, nasce spontaneo nei prati dolomitici come pianta perenne, dal cui bulbo ogni anno rinasce un nuovo stelo. Nel linguaggio dei fiori ricorda la vita, la magnificenza, la regalità e la dignità.

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