L’Autonomia e l’Europa

Due giornate di studio alla FBK per rileggere la questione del Trentino-Südtirol, la vittoria del dialogo sul conflitto, la Commissione dei 19, il futuro legato all'Europa

Giorgio Postal, Renato Ballardini, Marco Boato parlano la lingua della politica. Una lingua che ha consentito, pur tra mille problemi, a italiani e tedeschi di vivere in pace in una terra percorsa da molte tensioni, non ultima quella terroristica, come il Trentino Alto Adige. Anche i presidenti dei consigli provinciali di Trento e Bolzano, Bruno Dorigatti e Thomas Widmann, hanno contribuito a fare dell’appuntamento, voluto dal prof. Paolo Pombeni della Fbk, un’occasione per capire se le radici dell’autonomia possono avere ancora qualcosa da dire e se, invece, vanno poste nella biblioteca dei ricordi.

Due ricche giornate di riflessione tra storici, addetti ai lavori e politici attorno al tema “Dialogo vince violenza. La questione del Trentino-Südtirol nel contesto internazionale”. La giornata di mercoledì ha visto susseguirsi, nella sala della Fondazione Kessler, una serie di contributi (Gustavo Corni, Andrea De Michele, Stefan Lechner, Paolo Pombeni, Rolf Steininger e Maurizio Cau) tesi a cogliere gli aspetti centrali che hanno consentito di non vedere questa terra percorsa da lunghi conflitti, come quelli che si sono verificati in Irlanda e nei Paesi Baschi. Certo i paragoni sono sempre difficili e corrono il rischio della semplificazione; è stato riconosciuto come l’ancoraggio internazionale della questione altoatesina sia stato il perno fondamentale su cui ha ruotato tutto il resto. Sono stati messi in luce i diversi aspetti della questione. Anche giovedì mattina con le relazioni di Giovanni Bernardini, Peter Thaler, Federico Scarano e Günther Pallaver si è continuato a scavare sul senso di questa esperienza. Nel pomeriggio di giovedì, sempre grazie all’abile regia del prof. Paolo Pombeni, si è voluto ricordare l’esperienza della Commissione dei 19 istituita nel 1961 dall’allora ministro degli Interni Scelba e il cui lavoro divenne il riferimento centrale per la definitiva elaborazione del “Pacchetto”. Postal, Ballardini e Boato hanno voluto ricordare in modo franco, tutto il politico, il senso di quell’enorme lavoro. Un’esperienza quella della Commissione dei 19 che è servita non solo a gettare le basi dell’autonomia di questa terra ma anche a superare tutta una serie di ostacoli e di pregiudizi che a mano a mano sono diventati patrimonio delle due comunità. La forza del dialogo e della politica ha vinto sugli egoismi, i desideri di vendetta le presunte primazie. I tre esponenti politici hanno poi legato le vicende di questa terra al cammino istituzionale delle diverse fasi dell’autonomia, ma hanno soprattutto lasciato intendere che le ragioni dello stare insieme non sono acquisite per sempre. Ogni stagione deve avere la forza di riprendere, di rileggere e di riattualizzare il senso del percorso che è stato fatto in questi decenni.

Giorgio Postal crede nella necessità di arrivare a un terzo Statuto, Ballardini e Boato sono, invece, più prudenti. Tutti e tre si sono, comunque, trovati d’accordo nel dire che Trento e Bolzano devono aver il coraggio di continuare a camminare insieme e devono avere la forza di consolidare questo loro percorso evitando percorsi solitari che sarebbero fatali per entrambi. I presidenti Dorigatti e Widmann si sono fatti carico di creare le condizioni istituzionali, e possibilmente anche politiche, perché il dialogo e il confronto possa continuare dentro le assemblee consiliari trovando le forme più consone. L’Europa può fare da sfondo a questo cammino, certo l’Europa deve diventare federale se vuole che queste esperienze da problemi come lo possono essere state in passato diventino delle vere e proprie risorse. Insomma il prof. Pombeni ha creato i presupposti perché accanto all’approfondimento sulle ragioni e sul senso dell’esperienza iniziale si possa sviluppare positivamente una seria riflessione anche sul futuro dell’autonomia.

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