L’appello dei popoli

Mentre nuovi sbarchi e naufragi scuotono le coscienze, la “Festa dei popoli”, sabato 16 e domenica 18 a Trento, è un'occasione per riflettere su accoglienza e integrazione

Nel prossimo fine settimana, sabato 17 e domenica 18, si terrà a Trento, in piazza Fiera, la “Festa dei Popoli” giunta alla sua quindicesima edizione. Parlare di festa appare quasi un'incongruenza rispetto a quanto sta accadendo nel Mediterraneo dove risultano incessanti gli sbarchi, ma anche i naufragi, con centinaia di morti: morte e vita, speranza e disperazione s'incrociano e camminano insieme. Le migrazione forzate stringono d'assedio l'Italia e l'Europa dalle coste africane al Corno d'Africa, fino a tutto il Medio Oriente.

È un dramma di persone e di famiglie che incombe sulla manifestazione dei nuovi trentini, taluni dei quali hanno condiviso la sorte di profughi e la stragrande maggioranza di immigrati stranieri, ossia di fuggitivi da condizioni di vita tragiche. I nuovi morti di questi giorni, i cammini di speranza di migliaia di persone anche nei primi mesi del 2014, ci ricordano – spiega il responsabile del Centro missionario diocesano don Beppino Caldera – che sono ancora aperti gli impegni per affrontare il dramma delle migrazioni economiche e forzate di oggi. Vale in termini generali per l'Italia e l'Europa, ma anche per il Trentino: un invito rivolto alla società civile insieme ai responsabili delle istituzioni pubbliche e delle organizzazioni che si occupano di accoglienza e integrazione nel rispetto dei rispettivi patrimoni culturali e religiosi.

È ancora Caldera a sottolineare la grande resistenza delle piccole e grandi comunità etniche, che costituiscono ormai gli oltre 50 tasselli “viventi” della comunità locale. È l'umanità nuova del Trentino, checché se ne dica, che dimostra la tenacia nel conseguimento di nuovi traguardi in campo lavorativo e culturale, il legame al proprio credo religioso, nel rispetto dell'altro e l'amore per la famiglia, il coraggio di generare figli in un mondo adottivo che comunque non è il proprio e la capacità di affrontare la situazione critica che non risparmia nessuno, se non i ricchi.

Da settimane decine e decine di persone, uomini e donne di tutte le età, sono al lavoro per approntare al meglio strutture e programmi della due giorni tesa a confermare, ancora una volta, la fantasia, la solidarietà, la bellezza delle diversità attraverso concerti, spettacoli, sfilate e stand di oggetti artistici e gastronomici: una splendida lezione di volontariato, la definisce don Beppino Caldera. Sul versante locale, primi attori nella sfilata mattutina di domenica, il Coro Tre Cime di Cimone, il Corpo musicale di Gardolo e il presentatore degli umili, Italo Leveghi, nel variopinto panorama di fogge, vessilli e addobbi multietnici.

Verso mezzogiorno è previsto il saluto del vescovo Luigi Bressan e delle autorità. Danze, canti, folklore e libera creatività pittorica, attraverso murales di ragazzi e giovani, animeranno la tarda serata di sabato e il pomeriggio della giornata festiva. Una serie di organismi nazionali come la Caritas e Migrantes ha approfittato delle prossime elezioni europee per chiedere ad elettori e candidati di appoggiare una politica europea fondata sui diritti umani e su una diffusa rete di servizi di sussidiarietà con le comunità locali, con azioni alternative ai centri di identificazione ed espulsione (CIE) e alla inumana detenzione amministrativa, nonché programmi di protezione sociale e umanitaria, di lotta alla tratta di esseri umani, di riconoscimento del diritto d'asilo e di ricongiungimento con le proprie famiglie. L'appello sarà pubblicizzato durante la manifestazione.

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