Attorno alle 16 “Agenzie per gli anziani” così denominate ruota la riforma anticipata dall'ass. Zeni: “Ci vuole una regia unitaria dei servizi”
Le chiameremo “Spazio Argento”. Saranno 16 le “Agenzie per gli anziani”, una per ogni Comunità di valle (più il Territorio val d’Adige e la val di Fassa), che accorperanno le attuali 41 Aziende per i ervizi alla persona, in sigla ormai nota Apsp. Diventeranno il punto di riferimento per gli anziani trentini sul territorio e non svolgeranno solo l’attuale ruolo di Rsa: dovranno offrire piani assistenziali personalizzati sui bisogni.
E ancora: per ogni Agenzia ci sarà un unico consiglio di amministrazione e un unico budget. La Provincia trasferirà alle Comunità di valle il budget di 132 milioni di euro (ad oggi in mano alle Apsp e destinate alle Rsa, più altri 23 milioni per la semiresidenzialità e l’assistenza a domicilio): queste risorse saranno suddivise in base al numero di anziani e ai bisogni e saranno gestite autonomamente dai singoli territori. Le sedi e la funzione delle Rsa rimarranno invariate, così come il numero dei posti letto accreditati: sono 4575 oggi, pari all’8 per cento del potenziale bacino d’utenza.
Sono queste, in sintesi, le linee guida della riforma dell'assistenza agli anziani anticipate in questi giorni a più riprese da Luca Zeni, assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali, e oggetto di un vivace dibattito (vedi sotto).
La riforma provinciale nasce dall’esigenza di dare risposta ad una popolazione anziana in progressivo aumento. Lo documenta lo studio realizzato dall'Università Bocconi di Milano: oggi in Trentino sono 113.496 le persone con più di 65 anni; di queste 57.186 hanno più di 75 anni, diventeranno 78 mila tra 15 anni e 104 mila tra 25. E gli over 65 nel 2030 saranno 150.700.
Numeri che prevedono anche una crescita dei costi per i servizi: dagli attuali 132 milioni si passerà tra 25 anni a 240 milioni di euro. “In gioco, abbiamo il futuro stesso della capacità che il Trentino avrà di garantire servizi di qualità per le famiglie – commenta l’assessore Zeni ai microfoni di Trentino inBlu – per i non autosufficienti anziani, oggi circa 17.500, dei quali solo la metà entra i circuiti pubblici di servizio, significa che migliaia di famiglie devono arrangiarsi”.
Pertanto “abbiamo compreso la necessità di andare verso una regia unitaria dei servizi, perché la frammentazione attuale induce le famiglie a non avere un riferimento chiaro”.
“Obiettivo della riforma – spiega ancora l'assessore Zeni ai microfoni di Trentino inBlu – è quello riuscire ad anticipare il momento della non autosufficienza, lavorando quindi sulla prevenzione e su servizi alternativi alla residenzialità classica. Vorremmo integrare i servizi pubblici con quelli del terzo settore e del privato sociale”. Su questo aspetto Zeni insiste: “Per il privato-sociale la riforma rappresenta un'opportunità perché punta a stimolare tutti i servizi complementari rispetto alla residenzialità in casa di riposo , e quindi a valorizzare progettualità innovative, come il cohousing, il badantato di condominio, la residenzialità leggera e i servizi domiciliari”.
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