E’ stato per quasi trent’anni il saggio riferimento dei ciechi trentini, un’autorevole guida morale. Candido Giacomelli, scomparso sabato a 95 anni e accompagnato nel funerale a Vigolo Vattaro da una grande folla, ha presieduto in Trentino l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti a partire dal 1967, negli anni in cui i non vedenti si batterono per un riconoscimento dei propri diritti e per promuovere una maggior integrazione sociale.
Da buon artigliere alpino – aveva perso la vista in guerra sul Montenegro – Candido Giacomelli si era impegnato con generosità e determinazione per stimolare una normativa provinciale più adeguata, mentre a livello regionale aveva avvicinato i ciechi trentini a quelli altoatesini.
Molto attivo anche nel volontariato del suo paese (fra gli alpini, ma non solo), Giacomelli è stato apprezzato anche dai tanti giovani che lo hanno accompagnato nel servizio civile. La sua umile e coerente scelta di fede, espressa con mitezza tante attenzioni verso il prossimo, lo aveva spinto anche ad abbracciare e promuovere lo spirito del Movimento Apostolico Ciechi di cui in diocesi è stato fra i promotori e poi fra i soci più fedeli. Alla figlia Lucia le condoglianze anche della redazione di Vita Trentina.
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