Lavis punta sul turismo “green” tra colline e vigneti

Il giardino Bortolotti e uno scorcio di Lavis – foto Gianni Zotta
Un grosso agglomerato di case in continua espansione, due fiumi che delimitano i suoi confini a sud ed ovest e tanti piccoli tetti che risalgono le colline coltivate a vigneto verso nord per qualche chilometro. Lavis, dall’alto, appare così.Un Comune che sfiora i 9 mila abitanti divisi fra il paese e le sue frazioni: Pressano, Sorni e Nave San Felice. Il fiume Avisio ci ricorda che il paese sorge all’imbocco della Val di Cembra, da sempre quindi luogo di passaggio e collegamento per chi dalla valle vuole raggiungere la piana Rotaliana o la città di Trento.Lavis mantiene ancora oggi questa vivacità che non è soltanto di tipo viario, come possono ben testimoniare i lavori di miglioramento dei collegamenti intrapresi con la costruzione della nuova stazione ferroviaria interrata della Trento-Malè, ma che caratterizza il Comune in tutti i suoi aspetti, da quello sociale a quello economico, passando per la via del turismo.

Le colline avisiane sono infatti un luogo dove persone provenienti sia da altre parti d’Italia che dall’estero si fermano per passare qualche giorno fra i vigneti e del buon cibo. Ed i dati forniti dal Servizio Statistico della Provincia autonoma di Trento (ISPAT) parlano chiaro: dei 50mila arrivi registrati lo scorso anno negli otto comuni della Piana Rotaliana Königsberg ben 18.324, ovvero quasi il 40% del totale, si registrano nel comune di Lavis, con una permanenza media di 2,04 notti.

Del resto il Comune con le sue 16 strutture di pernottamento conta il 39% dei posti letto della Piana e il dato forse più interessante è che per metà dei casi si tratta di agriturismi collocati sulle colline che da Pressano seguono la strada del vino fino a Sorni.

lavis ciucioi
Lavis, una panoramica sul castello giardino dei Ciucioi

Essi sono in molti casi ricavati da vecchi masi che i loro giovani abitanti hanno saputo reinventare trasformandoli in bed and breakfast, birrifici, ristoranti che richiamano l’attenzione dei turisti. Un sistema, quello dei masi, che da vecchio motore della produzione economica ha saputo valorizzare nuovamente il territorio adattandosi alla sfida del turismo.

La promozione del territorio nella sua pianificazione e riuscita vede coinvolte le numerose associazioni lavisane. Nel caso delle colline avisiane un colpo ben riuscito è stato quello di “Di maso in maso, di vino in vino”, evento enogastronomico che la scorsa primavera ha richiamato a degustare i prodotti tipici e a passeggiare fra i vigneti ben 5mila persone.

Eventi di tale portata sono stati resi possibili dalla cooperazione di associazioni laiche e religiose presenti sul territorio. Fra tutte la Pro Loco di Lavis che, come scrive il nuovo direttivo, ha “l’obiettivo primario di fungere da punto di incontro e coordinamento per tutte le associazioni presenti sul territorio”, un centinaio, impegnate in diversi ambiti: cultura, sport, assistenza, attività ricreative, musica. “Per noi – continua il direttivo Pro Loco- è molto importante  rendere sempre più partecipi i cittadini”.

Una promozione del territorio che, nella sua vivacità, vuole sfruttare le idee di tutti.

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