Bolzano – Persone per strada. È una caratteristica dell’inverno bolzanino. Già da anni il Comune si è attrezzato per offrire il servizio di “emergenza freddo”. Quest’anno sono a disposizione 125 posti in due diverse strutture cittadine. Il freddo può davvero considerarsi una “emergenza”? Arriva puntuale ogni anno. A complicare la situazione la presenza a Bolzano di persone richiedenti asilo che non trovano ancora accoglienza nelle strutture che dovrebbe approntare la Provincia. Fatto sta che almeno una trentina di uomini si troverebbero sulla strada a morire assiderati se non si fossero mossi i privati e le parrocchie. Da gennaio in poi circa trenta persone sono state ospitate per la notte nei locali delle comunità del Duomo e dei Piani o presso la parrocchia evangelica. Ora presso la chiesa di Don Bosco. Un’azione di supplenza che vuole rispondere a un bisogno immediato e al tempo stesso sollecitare le istituzioni competenti ad assumersi le proprie responsabilità.
Il tema dell’assistenza alle persone senza fissa dimora è stato al centro di un incontro svoltosi martedì mattina tra il presidente Arno Kompatscher, l’assessora Martha Stocker, il sindaco Renzo Caramaschi, il suo vice Christoph Baur e l’assessore Sandro Repetto. Lo riferisce un comunicato della Provincia secondo il quale “rispetto all’anno precedente non si registra una crescita particolare del numero complessivo, ma sono emerse alcune nuove dinamiche, così come una maggiore attenzione pubblica sul fenomeno”. Come dire: i senza dimora ci sono sempre stati e adesso i cittadini se ne stanno accorgendo.
Benché il presidente Kompatscher dichiari che “dobbiamo e vogliamo offrire un’assistenza di base a tutte le persone bisognose, indipendentemente dal loro status giuridico”, gli amministratori altoatesini sembrano particolarmente preoccupati dal “possibile effetto di attrazione su altre persone” e ribadiscono che in definitiva “l’obiettivo rimane quello di mantenere una situazione il più possibile ordinata”.
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