Venerdì 16 agosto si è svolta la seconda giornata di sciopero degli operai agricoli e florovivaisti del Trentino, a cui ne seguirà una terza, già indetta per il 21 agosto, che prevede anche un presidio sotto la sede di Confagricoltura.
A spiegare il motivo della mobilitazione sono le segretarie generali di Flai Cgil Elisa Cattani, di Fai Cisl Katia Negri e il funzionario di Uila Uil Fulvio Giaimo. “La giornata di sciopero provinciale riguarda tutto il territorio e tutto il comparto. È causata dallo stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto collettivo provinciale, in particolare per quanto riguarda i salari. Le informazioni che ci arrivano da delegate e delegati del comparto, ci confermano una massiccia adesione nelle loro realtà lavorative. Questo in un momento che per l’agricoltura è di grande rilievo, visto che nei giorni scorsi sono iniziate le raccolte di alcune varietà precoci come le mele Gala e che, a breve, si partirà con la vendemmia degli Chardonnay”.
“La richiesta di lavoratrici e lavoratori – continuano i sindacalisti – è un aumento del 5% sui minimi tabellari, oltre a una quantificazione della produttività che, ad oggi, nel contratto provinciale non esiste. Dalla parte datoriale l’offerta è rimasta quella iniziale, ovvero un aumento del 3% ma sappiamo che l’Ipca, ovvero l’Indice dei prezzi al consumo armonizzato è pari al 3,9%. Questo dato lo fornisce Istat, dunque non possono essere accettate proposte che non recuperano nemmeno l’aumento del costo della vita”.
Il comparto occupa un numero di lavoratori che oscilla tra i 21 e i 25mila a seconda degli anni, essendo caratterizzato da forte stagionalità. Tra questi, infatti, la maggior parte riguarda lavoratori che arrivano per la raccolta delle mele e per le vendemmie, ma ci sono anche alcune migliaia di “fissi” oltre a tutti quei lavoratori che, pur stagionali, vivono e lavorano stabilmente sul territorio.
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