Ritorno a casa

Al convegno Caritas le difficoltà dell'abitare oggi, tra mutui da onorare e affitti “impossibili”. Ma anche testimonianze di relazioni solidali

Sono sempre più numerose le persone che ai Centri di Ascolto Caritas presentano richieste di aiuto relative alla casa: le famiglie sono in difficoltà nel pagamento delle bollette e del mutuo, per non parlare della situazione dei senza dimora e di chi non trova un'abitazione per le difficoltà ad accedere al mercato degli affitti. L'abitare è stato il tema al centro del convegno annuale della Caritas diocesana di Trento che si è svolto sabato 22 marzo alla Sala della Filarmonica.

L'incontro, moderato da Carlo Tenni della Pastorale della Salute, ha visto in apertura il saluto e la preghiera presieduta dall’Arcivescovo di Trento, Luigi Bressan. “E' importante – ha sottolineato Bressan – condividere il vissuto di chi affronta situazioni di disagio e non solo attraverso l'assistenza, ma anche mediante l'inclusione nella comunità di chi vive ai margini”. “La casa – ha aggiunto – non è solo un bene architettonico e strutturale, ma anche dimora, famiglia e relazione, dove vivere in armonia fra diverse generazioni coltivando, come un tempo, i rapporti di vicinato e attivando un reciproco aiuto”.

Il valore della casa come luogo di aggregazione è stato ripreso da Milena Mariani, direttrice del Corso di Scienze Religiose di Trento. Vivere la casa, ha affermato, significa “spezzare insieme il pane”, incontrarsi, condividere i pasti ma più in generale la vita, le relazioni interpersonali. “In tal senso – ha aggiunto – i 'senza casa' oggi sono molto più dei 'senza tetto”. E' importante riscoprire il significato profondo dell'abitare e quindi 'tornare a casa', valorizzando la dimensione di vicinanza fra le persone”.

La casa, ha sottolineato il direttore della Caritas di Trento, Roberto Calzà, sempre più frequentemente non è più una risorsa o un bene rifugio ma un “problema” da affrontare quotidianamente. Bollette, mutui, relazioni che spesso si sfaldano, figli che rischiano di non avere un futuro: sono queste, oggi, le difficoltà delle quali l'abitazione costituisce sempre più una cornice a sua volta problematica. “Ma la casa – ha concluso – è più di un bisogno ed è anche qualcosa che va oltre un diritto: è un elemento di dignità umana”.

La mattinata di lavori si è chiusa con alcune testimonianze di “abitare diverso”: il “Progetto Casa Solidale” coordinato dall'associazione Ama, una lunga esperienza di accoglienza e affido familiare di una coppia trentina e il vissuto di una famiglia che ha accolto in casa un profugo dalla Libia originario del Mali grazie al progetto Caritas “Rifugio Diffuso”. Tre diversi modi di esprimere – e vivere – la dimensione relazionale e solidale dell'abitare.

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