Togliamo violenza all’economia

Per dare una lettura etica dell’economia il Forum Trentino per la Pace e i diritti umani ha promosso venerdì scorso nella Sala del Consorzio dei Comuni trentini il convegno “Economie di pace. Tra scenari globali e scelte locali”. “Viviamo un tempo di grandi inquietudini e di rapidi cambiamenti, nel quale sembra che lo sguardo verso il futuro sia impedito da un presente davvero drammatico”, ha detto Violetta Plotegher, vice presidente del Forum Trentino per la Pace, presentando i relatori e invitandoli a portare ciascuno la sua goccia per spegnere l’incendio che divampa nel mondo.

Ci ha provato per primo Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete Italiana per il Disarmo, evidenziando con forza che i temi della pace e dei diritti umani sono fondamentali per un sistema di economia diverso. Occorre però che chi se ne occupa a livello di studio sappia dialogare con chi si impegna sul campo, nella politica o nel sociale. “E’ un’alleanza fondamentale. Il pacifismo di cuore deve andare insieme al pacifismo di testa. Altrimenti non si costruisce un sistema”.

Raul Caruso, ricercatore all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e autore del libro “Economia della pace” (Mulino, 2016), ha parlato di economia di pace partendo dai bambini, perché “esiste un canale di trasmissione tra i nostri comportamenti ‘micro’, che poniamo in essere ogni giorno, e i comportamenti ‘macro’, posti in essere dai governi”, invitando poi a diffidare di chi vuol farci credere che i risultati in campo economico si facciano solo con le addizioni. Cos’è la pace, dal punto di vista economico? Per Caruso è quello scenario che favorisce investimenti che producono valore e rendono prospera una società nel lungo periodo.

Nicoletta Dentico, giornalista, vicepresidente della Fondazione Finanza Etica, ha sfidato le donne oggi al potere – ad essere tirata in ballo la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, “che era con me alla ‘Diaz’ al G8 di Genova” – a proporre una politica meno maschilista, per rimarcare poi la necessità di cambiare le regole del gioco di un’economia e di una finanza globali “così operativamente violente”: “altrimenti non cambieremo la situazione dei poveri e degli impoveriti”.

Tutti d’accordo, alla fine, nel convenire che è giunto il momento di ampliare il raggio d’azione per portare riflessioni e azioni a una platea più vasta di quella che, forse talvolta compiacendosi, si ritrova in occasione di questi appuntamenti, per “sfondare”, come ha detto Dentico con linguaggio militare, peraltro addolcito dalla citazione di San Paolo (“è la buona battaglia”), su un pubblico più ampio.

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