Visita alla casa circondariale di Spini di Gardolo, questa mattina, da parte di Fabio Valcanover (+Europa), Francesco Valduga (Campobase), Andrea de Bertolini (Pd), Sara Ferrari (Pd), Paolo Zanella (Pd) e Federico Zappini (Futura).
“Sono – penso: siamo – soddisfatti della visita che ci ha fornito dati e una importantissima esperienza umana: l’immersione della sezione femminile“, commenta Valcanover in una nota. “Lì abbiamo conosciuto storie, parlato con detenute. Ma abbiamo anche proficuamente parlato con il personale di Polizia penitenziaria. Quanto ci è stato detto racconta delle difficoltà di rapporti con alcune istituzioni giudiziarie. Ci ragioneremo. Ciascuno, secondo le proprie competenze, farà, proporrà”.
Sono 371 i detenuti presenti nel carcere di Spini di Gardolo, 326 uomini e 46 donne. Tra loro 60 sono giudicabili, 21 appellanti, 10 ricorrenti in cassazione e 280 definitivi. 108 del totale dei tenuti sono protetti.
Tra i problemi sottolineati ci sono la carenza di personale a fronte di un sovraffollamento di detenuti – la casa circondariale è progettata per accoglierne circa 240, mentre ne accoglie 326 di fatto -, il caldo e la carenza di ventilatori e la carenza di interazione tra esterno e interno e di connessioni con il mondo del lavoro.
Valcanover ha spiegato che sarebbe utile pensare di istituire un provveditore per le carceri di Trento e Bolzano, autonomo e distinto da quello che sovrintende alle carceri nella macroregione triveneto, per intessere relazioni tra carcere e società trentina.
Un altro problema, scrive Valcanover, è la “questione garante dei detenuti”. “Nell’attesa che il Consiglio decida di affrontare la questione del Garante (scaduto ed in prorogatio) provinciale, vi è la possibilità che si attivi – come accaduto in moltissimi Comuni italiani – il Comune di Trento per istituire il garante comunale dei detenuti”.
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