Alcune specie di insetti comunicano tramite vibrazioni. Disturbare il messaggio tra maschio e femmina evita l’accoppiamento. L’applicazione del principio nel vigneto incontra però difficoltà
La premessa biologica sulla quale si basa la biotremologia è spiegata in un articolo di Valerio Mazzoni, Anna Eriksson e Gianfranco Anfora intitolato: ”Vibrazioni al posto degli insetticidi per il controllo delle cicaline della vite”, pubblicato su Report 2009-2010 del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach. Scrivono gli autori: “Molti insetti comunicano mediante vibrazioni che viaggiano attraverso il substrato. Grazie a questo sistema di comunicazione un maschio è in grado di identificare una femmina della stessa specie. Interferire con la comunicazione può significare compromettere il successo riproduttivo”.
Valerio Mazzoni è in contatto da 15 anni con ricercatori di vari Paesi che studiano la fisiologia della comunicazione vibrazionale tra insetti e ha intrapreso dopo un paziente lavoro in laboratorio la non facile impresa di applicare il principio biologico al controllo mediante confusione vibrazionale della cicalina vettrice della Flavescenza dorata della vite (Scaphoideus titanus). Gli esperimenti in vigneto sono iniziati nel 2017 su una porzione ridotta di un vigneto situato nell’azienda dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige località Fontane Basse, varietà Traminer. All’inizio della stagione 2018 Mazzoni ha scelto come campo sperimentale una porzione di vigneto (10 mila metri quadrati) denominato Waizacker che ospita viti di Cabernet Franch e Cabernet Sauvignon. L’allestimento della rete di diffusione delle vibrazioni originate da un emettitore di vibrazioni a frequenza specifica ha comportato una settimana di lavoro da parte di una ditta artigianale locale e una spesa di 7.000 euro. Per coprire l’intera superficie del vigneto serve un generatore ogni 50 metri. Si tratta di una scatoletta denominata shaker fornita dalla società Biogard, sponsor della ricerca e apportatrice di una parte dei finanziamenti insieme alla Fondazione Mach. Ogni shaker è alimentato da un piccolo pannello solare. L’insieme degli emettitori di vibrazioni è collegato mediante fili elettrici che trasmettono le vibrazioni lungo l’intero filare portando il messaggio di disturbo sull’intera massa fogliare.
Lo stesso tipo di prova, sempre a carico della Biogard, è stato impostato su un vigneto di proprietà di un socio della cantina Mezzocorona. Altro vigneto sperimentale si trova in Piemonte. Si tratta in tutti i casi di iniziativa unica a livello mondiale condotta su vite.
Pretendere di avere risultati certi e probanti dopo due anni dall’inizio è assolutamente fuori luogo. Anche se in occasione della seconda edizione del Congresso mondiale sulla biotremologia che si è svolto a Riva del Garda dal 4 al 7 settembre 2018 il presidente della Fondazione Mach ha usato un linguaggio fin troppo trionfalistico. “Quindici anni fa si trattava di una ricerca di base ed eravamo consapevoli che nessuno avrebbe immaginato i risvolti pratici per gli agricoltori. Eppure la ricetta dell’innovazione è proprio il giusto mix tra la conoscenza di base e una profonda comprensione dei bisogni del territorio, E’ così che operiamo a S. Michele”.
Anche quanto riportato su un quotidiano locale in un articolo, peraltro puntuale e corretto sul piano scientifico, è probabilmente frutto di informazione attinta da fonte non corretta. “Gli esperimenti sul campo svolti sinora hanno prodotto risultati promettenti. Ad oggi si è potuto ridurre la popolazione delle cicaline del 50%. La tecnologia è sperimentale, i costi sono assai ridotti, i vantaggi sono enormi. L’utilizzo dei fitofarmaci utilizzati per combattere questi parassiti è stato ampiamente ridotto”.
“Non voglio dare numeri” è la prima affermazione di Valerio Mazzoni che abbiamo interpellato per approfondire gli aspetti pratici della ricerca. E continua: ”E’ vero che la rete che origina e diffonde le vibrazioni ha il costo di un impianto di irrigazione. Ma sui risultati è più prudente attendere conferma nei prossimi anni. E’ bene invece far capire – ripete più volte il ricercatore – che si tratta di una prova. Servono almeno 3-4 anni per consolidare il modello e proporlo ai viticoltori. Rimane comunque aperta una serie di problemi pratici per trasferire il sistema di difesa mediante confusione vibrazionale sulla parte di vigneti del Trentino interessata dalla presenza di cicalina vettrice di Flavescenza dorata. Sul piano scientifico lavoriamo con una visuale ampia e interdisciplinare. Del gruppo di lavoro fanno parte una decina di persone tra ricercatori, dottorandi di ricerca e studenti del corso di laurea in viticoltura. Vogliamo capire, ad esempio, se la confusione vibrazionale disturba altri insetti presenti nel vigneto: fitofagi o utili che anno parte dell’ecosistema. Stiamo lavorando insomma in un cantiere aperto”.
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