Il piccolo coleottero, da tempo presente in Trentino, sembra avere cambiato comportamento e ciclo di sviluppo
All’inizio dell’estate avevamo avuto segnalazione da produttori di fragole dell’altopiano di Pinè di gravi danni alle fragole provocati dal punteruolo (Anthonomus rubi) che con il rostro penetrava nei frutti rendendoli invendibili. Gli informatori parlavano di presenza massiccia dell’insetto e riferivano che lo stesso tipo di danno si stava riscontrando anche in altre zone del Trentino. Valle di Cavedine e Val di Sole in particolare. Il presidente della Cooperativa Aurorafruit, Luciano Mattivi, si è rivolto al responsabile di settore della Fondazione Mach Tommaso Pantezzi segnalando la gravità della situazione, ma soprattutto sollecitando che i tecnici di territorio e gli esperti del Centro trasferimento tecnologico attivassero al più presto un piano di ricerca sul campo per capire i motivi dell’inattesa risorgenza (pullulazione) dell’Antonomo e suggerire mezzi e metodi di contenimento dell’insetto e dei danni. A metà agosto un altro produttore, questa volta della Valle di Cavedine, si è rivolto al dirigente del Centro di trasferimento tecnologico FEM, Claudio Ioriatti, denunciando di avere già dovuto eliminare il 70% delle fragole rifiorenti coltivate in un’azienda situata fra Vigo Cavedine e Drena. Sul posto si è recato sollecitamente Alberto Grassi. La scelta del tecnico non è casuale. Dal 2009 Grassi si occupa con grande professionalità al monitoraggio della drosofila suzukii che egli ha individuato per primo in Trentino. E’ anche autore di una pregevolissima “Guida al riconoscimento e alla gestione integrata e biologica delle principali avversità dei piccoli frutti in Trentino”. Pubblicata nel 2003 in collaborazione con l’Assessorato provinciale all’agricoltura e alla montagna con il coordinamento di Giuseppe Visintainer. Grassi ha curato la parte relativa a insetti e acari per tutte le specie di piccoli frutti. Ilaria Pertot quella relativa a funghi e batteri. Dal terzo quaderno dedicato a lampone e mora (il secondo riguarda la fragola) riportiamo alcune note riguardanti l’Antonomo. “L’adulto misura 2-4 mm. ed è provvisto di un rostro (apparato boccale) lungo e debolmente ricurvo all’estremità. La larva è lunga da 3 a 3,5 mm. curva, biancastra, con capo marrone. L’Antonomo si può osservare sul fogliame e sui grappoli (lampone) sia di giorno che di notte. Se disturbato si lascia cadere al suolo con facilità assumendo la posizione di finto morto (tanatosi). Attacca il lampone, la mora e la fragola. Rosa canina, biancospino, melo e pero selvatici sono piante ospiti di questo insetto. Su di esse possono concentrarsi i primi adulti che si nutrono in attesa di migrare sulle piante coltivate. L’Antonomo è da considerare fitofago primario, potenzialmente in grado di causare danni economici significativi se non è controllato. La femmina dopo aver deposto un uovo nel bocciolo (fiore nel caso di fragola e mora) recide lo stelo per evitare la crescita. Il bocciolo reciso può rimanere sulla pianta o cadere al suolo e seccare. Una femmina depone mediamente 20-30 uova in altrettanti boccioli ma in casi estremi questo numero può aumentare fino a 150.” Dalla stessa fonte bibliografica riportiamo alcuni cenni sul ciclo biologico. “Questo insetto sverna come adulto sulla superficie del suolo, tra le foglie secche o altri residui vegetali. Gli adulti riprendono l’attività a fine aprile/ inizio maggio circa. L’accoppiamento e l’ovodeposizione hanno inizio solitamente sui boccioli di maggio quando la temperatura supera i 18°. La larva completa lo sviluppo in 18-22 giorni circa all’interno del bocciolo reciso. La nuova e unica generazione di adulti compare a metà-fine giugno. Dopo un breve periodo di sola nutrizione di foglie, l’Antonomo cerca rifugio ed entra in diapausa in luglio-agosto e in questo stadio rimane fino alla primavera successiva”. Nel testo non mancano osservazioni utili anche per capire il cambiamento riscontrato negli ultimi anni nel comportamento e nel ciclo biologico dell’Antonomo. L’autore non esclude che l’insetto possa prolungare l’attività trofica (danno) a spese di fragole rifiorenti che producono fiori e frutti per un lungo periodo stagionale. Da parte della FEM c’è piena disposizione ad affidare la ricerca ad un borsista a tempo pieno. Serve il sostegno finanziario dell’ente pubblico, ma non può mancare il coinvolgimento dei produttori nella copertura almeno parziale delle spese.
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