Dopo lo sterramento le piccole viti sono controllate, selezionate e assemblate in mazzi. Per essere inviate subito a chi pianta in autunno o conservate per impianti primaverili
La Cooperativa vivai di Padergnone è nata nel 1955 sulla scia di una tradizione iniziata nei primi anni del ‘900, dopo l’avvento in Trentino della fillossera. Una croce di pietra eretta nel 1909 all’entrata sud del paese ricorda la costituzione di un vivaio gestito dal Consorzio agrario di Vezzano. La sede attuale è stata costruita nel 1975. Nel libro ”Cento anni di vivaismo viticolo nel Trentino” pubblicato nel trentesimo anniversario di nascita della Cooperativa troviamo la storia di un secolo di vivaismo viticolo e di numerose aziende private che hanno contribuito, insieme alla Cooperativa, alla ricostituzione di buona parte dei vigneti trentini su piede americano resistente alla fillossera.
Questo articolo è dedicato all’attività della Cooperativa nella stagione 2017, ma rispecchia il lavoro anche di altri vivaisti, singoli o associati, che operano in Trentino.
Michele Paris, tecnico della Cooperativa che ha sostituito all’inizio dell’anno Claudio Todeschini dimissionario per altro lavoro, riferisce che i 25 viticoltori associati che svolgono attività vivaistica per conto della Cooperativa hanno piantato 7,5 milioni di innesti-talea. I vivai gestiti occupano complessivamente 60 ettari costituiti da terreni che si trovano per il 70% in provincia di Verona e per la quota restante lungo l’asta dell’Adige a nord e a sud di Trento.
Lo sterramento delle piccole viti a fine stagione è iniziato nella prima settimana di novembre. Nel periodo precedente si era proceduto alla cimatura delle barbatelle per assecondare la lignificazione del fusto. Dai 7,5 milioni di innesti messi a dimora nella tarda primavera si sono ricavate poco più di 5 milioni di barbatelle. La resa inferiore alla media, dice il tecnico, è dipesa dalla non eccellente qualità del materiale di partenza, in particolare del legno da portainnesto acquistato da vivaisti esterni al Trentino. Nessun problema fitosanitario ha destato preoccupazione oltre la media nel corso della stagione. Oltre ai normali trattamenti contro peronospora e oidio sono stati effettuati due interventi con insetticidi contro la cicalina vettrice del micoplasma che causa la Flavescenza dorata. Le barbatelle sterrate sono state portate nei magazzini annessi al vivaio e sottoposte ad una serie di operazioni di finitura come di seguito descritte.
Potatura del tralcio ad una gemma. Prova di resistenza del punto di innesto e piegatura in verticale per verificare l’elasticità. Taglio delle radici a 15-20 centimetri dal fusto. Paraffinatura di protezione del punto di saldatura tra marza e portainnesto. Separazione tra prima e seconda classe tenendo conto della duplice resistenza e della eventuale presenza di radici sottili o rade. Assemblaggio in mazzi da 25 barbatelle. Consegna alla cooperativa.
Il materiale può seguire due tipi di conservazione: in cella frigo regimata a 2°C sopra lo zero e 99% di umidità o deposizione in scatole in mazzi da 100 in attesa della spedizione. Nelle regioni dell’Italia Meridionale la messa a dimora si fa in autunno. In Emilia si deve attendere gennaio-marzo, in Trentino Alto Adige e Italia Settentrionale il momento adatto è successivo e dipende dal clima e dallo stato del terreno. Il trasporto si fa con il furgone della Cooperativa o tramite corriere se la distanza del luogo di consegna è notevole.
Le maggiori richieste arrivano da Veneto e Friuli per Glera (Prosecco), Pinot grigio e Chardonnay e dalla Puglia per il vitigno Primitivo. L’Emilia chiede barbatelle di Lambrusco. In Sicilia è in corso un ritorno ai vitigni a frutto rosso quali Frappato e Syrah, ma c’è anche chi chiede Muller Thurgau da piantare in altura. L’Abruzzo è legato soprattutto al Montepulciano. Richieste di Pinot grigio arrivano anche da Romagna, Abruzzo e Sicilia. Le viti in vaso (cartonaggio) si preparano a maggio su richiesta per colmare esigenze per esaurimento di materiale. Si evita così il ritardo di un anno nella messa a dimora.
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