Si trattta di frutti esclusi dal mercato del fresco, ma che vengono lavorati da stabilimenti specializzati. Il ruolo della Vog products di Laives. Le regole imposte ai conferitori. I prodotti ottenuti
Le norme che regolano il mercato delle mele a livello internazionale prevedono la seguente scala di qualità: extra, prima, seconda, seconda B o terzina, scarto.
Nell’articolo ci occuperemo specificatamente delle mele di scarto, cioè delle mele che non possedendo i requisiti per essere immesse nel circuito commerciale come prodotto fresco sono conferite a stabilimenti specializzati che ne ricavano vari tipi di derivati o trasformati.
Parleremo in particolare di Vog products, stabilimento situato a Laives (Bolzano) che ha iniziato a lavorare una ventina di anni fa e rappresenta per le OP del Trentino Alto Adige un punto di riferimento importante per lo smaltimento di mele di scarto. L’aggettivo scarto deve essere opportunamente declinato in tre specifiche tecniche: mele per succhi, mele per puree, mele per la pelatura (inclusa nelle tre categorie l’agricoltura biologica).
La Vog Products va tenuta distinta dalla Vog, Organizzazione di produttori ortofrutticoli, che commercializza le mele dell’Alto Adige escluse quelle della Val Venosta che sono gestite da una OP distinta (VIP). Tra le due OP c’è buona collaborazione. Entrambe fanno riferimento a VOG products cui aderiscono con contratto stabile la Trentina e Melinda per il Trentino. CIO Serene Star firma un contratto annuale di conferimento. Lo stabilimento è quindi una cooperativa di secondo grado.
Giova ricordare che in Trentino tra il 1980 e il 1990 ha funzionato come cooperativa di secondo grado la Sato (Società agricola per la trasformazione di prodotti ortofrutticoli). Sempre in Trentino operava ed è ancora in attività uno stabilimento privato (Spa) denominato Trento frutta. La Sato ha chiuso i battenti dopo una serie di alti e bassi legati a motivi di efficienza industriale, di dirigenti non sempre all’altezza e di intermittente fedeltà delle cooperative nel conferimento. Trento frutta continua a lavorare, ma assorbe solo minime quantità di ortofrutticoli prodotti in Trentino.
La VOG products trasforma 350 mila tonnellate di materia prima ogni anno. Nel dettaglio: 25 tonnellate di concentrato e 45 milioni di litri di succo di mela, 10 mila tonnellate di purea di mele, 3 milioni di barattoli di spicchi e cubetti in barattoli ogni anno. E poi ci sono le fettine di mela, un prodotto fresco che sta conoscendo un crescente successo. I semilavorati di frutta vengono distribuiti all’industria alimentare europea. Tra i prodotti più importanti ci sono il succo di mele, il succo di mele concentrato, l’aroma di mele, le mele sbucciate detorsolate e tagliate in forme diverse, cotte e pastorizzate, in barattolo oppure congelate. Fra i clienti: l’industria di succhi di frutta, l’industria dolciaria e lattiero casearia, pasticceria, catering, ma anche la GDO. Quello che rimane, ossia lo scarto di mele, diventa biogas.
Calando quanto finora riferito nella situazione di quest’anno, c’è da dire che da un secolo non si ricordava una stagione peggiore per gli eventi climatici e i conseguenti danni alle mele, ma non solo.
Partendo dalla quantità di mele prodotte in annate normali (5 milioni di quintali in Trentino; 10-11 milioni in Alto Adige) e tenendo conto che dai dati previsionali riferiti ai primi di agosto a Prognosfruit (Lerida) già decurtati dei cali dovuti a eventi meteo dei mesi precedenti, dobbiamo aggiungere danni subiti successivamente all’incontro di previsione. In Val di Non manca l’80% del carico medio. Altre zone del Trentino hanno subito danni inferiori, ma pesanti. Non è facile calcolare quanta merce di scarto sia disponibile per il piano di lavorazione stabilito dai responsabili di VOG products. L’aumento di prezzo da 17-18 centesimi a 25 potrebbe significare invito a conferire di più. Melinda ha fatto conferire le mele scendialbero senza cernita in campo.
Venderà anche le terzine anziché consegnarle all’industria di trasformazione?
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