Le strade per raggiungere l’obiettivo sono percorribili solo in parte. L’economia della valle non può vivere solo di orticoltura
La 47a edizione della Mostra mercato della Valle di Gresta (ortaggi biologici e da produzione integrata) che si svolge a Ronzo Chienis è stata inaugurata domenica 17 settembre e durerà fino al 15 ottobre. Il programma che sottende cinque fine settimana è ricco di iniziative e proposte. Ma prevede anche un convegno che si svolgerà domenica 8 ottobre avendo come tema il biodistretto.
Del progetto, nato nel 2013 per valorizzare le specificità del territorio partendo dall’orticoltura biologica, ma coinvolgendo tutte le componenti sociali e lavorative della Valle, abbiamo scritto più volte su questa pagina. Se quasi tutte le iniziative previste dal piano di attuazione sono rimaste inattuate, il motivo è da ricercare nel fatto che il progetto è stato calato dall’alto e non è stato recepito dalla popolazione.
Di seguito affrontiamo un argomento che potrebbe essere oggetto di discussione nel convegno dell’8 ottobre: Conviene aumentare la produzione di ortaggi biologici?
Vanda Rosà, presidente del Consorzio ortofrutticolo di Ronzo Chienis, reduce dalla 29^ edizione di SANA, salone internazionale del biologico organizzato da Bologna fiere, riferisce che il marchio Val di Gresta ha avuto conferma di una elevata notorietà anche a livello nazionale. Aggiunge però che il Consorzio vende più ortaggi fuori dal Trentino che in Trentino. Quest’anno la quantità di ortaggi conferita al consorzio supererà i 20 mila quintali. E’ stata una annata splendida che non ha registrato danni da eventi meteo e la conferma è nella qualità elevata dei vari ortaggi che si stanno conferendo alla cooperativa già dal mese di luglio e continueranno ad arrivare fino ad autunno inoltrato. L’80% della produzione è certificato biologico.
Viste le premesse, viene spontanea la domanda: perché non aumentare la produzione degli ortaggi bio conferiti al consorzio? E più in generale prodotti in Val di Gresta da agricoltori non associati alla cooperativa?
Le strade da percorre son molteplici: recuperare terreni abbandonati; convincere gli esterni ad aderire alla cooperativa; fare alleanza con coltivatori di territori confinanti con la Valle di Gresta; rilanciare il progetto di un serbatoio di acqua ai piedi del Monte Stivo che consentirebbe di irrigare i terreni migliori dell’alta Valle e di passo Bordala.
Ne parliamo con Enrico Cappelletti, agronomo, titolare di un opificio che trasforma diversi prodotti agricoli compresi ortaggi grestani, presidente del Consorzio di Miglioramento fondiario e per anni del Comitato organizzatore della Mostra mercato.
Questa in sintesi la sua risposta.
Il primo passo da fare è convincere gli esterni ad aderire alla cooperativa. Porterebbero da 10 a 15 mila quintali di ortaggi. Ma va tenuto presente che hanno deciso, a ragion veduta, di produrre ortaggi e venderli da indipendenti per non avere a carico i costi che il Consorzio deve detrarre dal prezzo di vendita. Terreni da recuperare:se sono stati abbandonati ci devono essere stati dei motivi. Ci sono molti campetti che spesso non arrivano a 500 metri quadrati. Chi li va ripristinare per coltivare ortaggi? Si potrebbero investire a vigneto, ma solo potendoli accorpare superando difficoltà di vario ordine. Allargare ad altre zone confinanti?
Il Consorzio ha già soci conferitori in alcune zone vocate all’ orticoltura. Ma se l’esternalizzazione va oltre i 1.000-2.000 quintali, rischia di far perdere alla Valle di Gresta l’immagine vincente di orto biologico del Trentino.
Melinda e Sant’ Orsola hanno scelto l’allargamento delle fonti di conferimento di mele, ciliegie e piccoli frutti. Per gli ortaggi il discorso è pericoloso.
Vendere di più in Trentino? Il Consorzio é attrezzato per far arrivare i suoi prodotti bio-certificati ai più importanti mercati all’ingrosso. Non può seguire la vendita nei negozi. Conclusione provvisoria: alla Valle di Gresta sono stati applicati vari titoli:Valle bella da mangiare e da bere; Valle delle due ruote; Valle per le agro famiglie; Valle con le ali; Valle in sella; Valle dei bambini; Valle da imparare; Valle da vivere.
Risposta possibile: perché non mettere insieme tutte le proposte e redigere un progetto di economia integrata?
Potrebbe farsi carico il biodistretto ridotto a portata di popolo. Ma serve un animatore.
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