Alla Cartiere del Garda lo stupore della nascita della carta si ripete incessante, per 24 ore al giorno
Per celebrare il suo novantesimo compleanno, Vita Trentina è uscita con un elegante numero speciale in carta patinata. Abbiamo sfogliato quelle belle pagine lisce probabilmente ignorando che il processo di patinatura è una piccola magia, in cui si nascondono tecniche sofisticate e molti segreti. E senza sapere che uno dei maggiori “maghi” della carta patinata è proprio una grande industria trentina.
Un’eccellenza tecnologica freme nelle due gigantesche macchine continue della Cartiere del Garda, che dà lavoro a 508 dipendenti, sotto la guida del direttore generale, ing. Giovanni Lo Presti, fiero del prestigio conquistato dall’imponente stabilimento rivano. Curato e insonorizzato per convivere in una zona ad alta densità abitativa e turistica, questo stabilimento testimonia, con una vera collezione di riconoscimenti, che la sfida industria-ambiente può essere vinta, grazie al valore delle tecnologie, dell’impresa e delle risorse umane.
Ah, questo vizio di non conoscere i nostri campioni! Negli impianti di Riva, alimentati dall’enorme turbina di cogenerazione AG Power, lo stupore della nascita della carta si ripete incessante, per 24 ore al giorno, sette giorni su sette.
Il primo segreto è l’impasto. Il legno viene sminuzzato e attaccato chimicamente in modo da liberare la cellulosa dalla lignina. Si devono combinare più tipi di cellulosa: il mix è la «ricetta» della carta che si vuole ottenere. “È come la pasta e fagioli – spiega con trascinante passione il direttore di produzione, dott. Antonio Di Blas –: tutti la conoscono, ma nessuno la fa così buona come la nonna”.
La centrale impasti, con i suoi strani macchinari (come lo spappolatore e il raffinatore) è infatti un concentrato di abilità materiale: e siamo solo all’inizio. L’impasto, ben diluito (il 99 per cento è acqua), viene «sparato» sulla macchina continua, al ritmo di 55 mila litri al minuto, dove un nastro drenante lo trascina via alla bella velocità di 70 Km/h, asciugandolo un po’ e stirandolo, per poi infilarlo in una serie di presse, e da queste nella seccheria, che gli lascia appena il 3 per cento di acqua: ora abbiamo il «supporto», un foglio al quale vengono applicati tre strati sopra e tre sotto di patina, miscuglio di vernice senza solventi, acqua, carbonato di calcio e leganti sintetici. Sono proprio questi tre strati (a volte anche quattro) applicati sul medesimo foglio senza comprimerli, a fare di Cartiere del Garda un leader di mercato.
Dopo essere passata in un arsenale di calandre, taglierine, bobinatrici e altri marchingegni, la carta patinata è pronta ad offrire le più elevate caratteristiche di stampabilità, volume e lisciatura. Il dott. Di Blas ne esibisce con orgoglio la lucentezza, come la nonna serve le sue inimitabili delizie culinarie.
La magia si rinnova senza sosta per 42 tonnellate all’ora, mentre grosse teste di sollevamento a vuoto sballottano curiosamente le enormi bobine nel moderno autostore. In questa magia però non c’è il trucco: ci sono saperi e saper fare, coraggio d’investire e spessore imprenditoriale. Virtù tangibili, che spesso si ignorano ma, a guardar bene, si vedono, eccome. Teniamocele strette.
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