La cimice asiatica presente anche in Trentino, ma solo in pochi siti, prima dell’inverno cerca riparo nelle case di abitazione. Una entomologa dell’Università di Modena riferisce particolari finora sconosciuti agli agricoltori trentini
Si chiama “Citizen science” la tecnica usata dai ricercatori che consiste nel coinvolgere mediaticamente la gente nella conoscenza di un determinato problema e suscitare una curiosità operosa che si traduce in messaggi di ritorno utili agli stessi promotori dell’informazione. E’ quanto ha fatto, con positivi risultati, la professoressa Lara Maistrello, docente di entomologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Si tratta della maggiore esperta in materia di cimice asiatica in Italia o quanto meno della persona che con l’insetto ha la storia più lunga; fu infatti un suo studente a prendere il fatidico primo contatto con l’esemplare di cimice asiatica.
L’entomologa emiliana è in rapporto di conoscenza e collaborazione con i ricercatori di S. Michele che si occupano di confusione vibrazionale, possibile alternativa agli insetticidi nella lotta alla cimice asiatica ed altri insetti invasivi. Anche i tecnici del Servizio trasferimento tecnologico della Fondazione Mach sono in contatto con i tecnici agronomi dell’Emilia Romagna dove la cimice è presente in forma massiccia ed ha anche quest’anno causato danni rilevanti soprattutto alle pere. La Fondazione Mach ha diffuso nel corso della stagione alcuni articoli e circolari mirate a far conoscere l’insetto, la morfologia, la biologia, il comportamento, ma prima di tutto la sua immagine. Una scheda di ausilio al riconoscimento è in fase di stampa. Abbiamo chiamato la cimice asiatica “insetto senza tetto” perché con l’avvento della stagione fredda essa cerca rifugio nelle case di abitazione: parti esposte al sole, angoli tiepidi, sottotetti, rimesse. Lorenza Tessari, responsabile dell’Ufficio fitosanitario della Provincia di Trento ci informa che la cimice asiatica, dopo il primo rinvenimento a Zambana Vecchia di alcuni esemplari in un camper acquistato a Treviso, è stata trovata sulla collina di Martignano, nella città di Trento e nei pressi dell’area Zuffo. Il monitoraggio è ancora in corso su tutto il territorio provinciale.
La provincia di Vicenza è già fortemente infestata e non si esclude che dal prossimo anno l’insetto si trasferisca massivamente anche in Valsugana. In un’intervista rilasciata al quotidiano on-line “Freshplaza” che si occupa di ortofrutticoltura e relativo commercio la professoressa Lara Maistrello parla di una elevatissima mobilità della cimice asiatica. E’ stato appurato mediante micro radar applicati all’insetto che volando percorre in media da 2 a 5 chilometri al giorno, ma può arrivare a 60-65. E in casi rari anche a 120. Inoltre è un insetto autostoppista nato perché viaggia con l’uomo su tutti i suoi mezzi di trasporto e con qualunque tipo di merce.
Altra informazione riguarda il fatto che in Asia, patria di origine e provenienza, la cimice non fa grossi danni e tanto meno è considerata un insetto pestifero. Negli USA è presente in tutti gli Stati. In Europa si trova in Francia, Ungheria, Serbia, Grecia e Romania. Ma per ora sulle coltivazioni fa danni soltanto nel Nord America. Ad eccezione dell’Italia, negli altri paesi europei per ora si sta rivelando solo un problema urbano.
Perché questo comportamento così diverso tra l’Italia e il resto dell’Europa? Risponde Lara Maistrello: “Soprattutto in Emilia Romagna la cimice asiatica ha trovato le stesse condizioni di clima caldo e umido che trova a Pechino, la sua prima casa”. Altra notizia stupefacente: dalle analisi del DNA risulta che gli esemplari trovati nel modenese potrebbero essere arrivati da Pechino o dagli Stati Uniti perché il ceppo è lo stesso. Sono tutte imparentate geneticamente con le cimici che troviamo in Emilia Romagna. Diverso il caso di quelle ritrovate a Milano che dalle analisi del DNA sappiamo provenire dalla Svizzera.
L’accenno al clima ritenuto parallelo tra Asia ed Emilia Romagna fa sorgere l’ipotesi che in Trentino potrà essere il freddo invernale a impedire la sopravvivenza della cimice asiatica.
Nell’attesa teniamoci pronti ad affrontare il peggio.
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