“No alla realizzazione del Bacino Irriguo sul Vanoi da parte del Consorzio di Bonifica Brenta – Cittadella (Padova)”. È la posizione della Sat centrale, che fa proprie le idee espresse dalla sezione Sat Primiero, in merito “a una diga che andrebbe a stravolgere un sistema fluviale ormai unico nel panorama delle Alpi Orientali… Intendere l’ambiente come una natura da assoggettare e sottomettere per l’interesse umano è una forma anacronistica e conclusa del passato”. “In questo momento di cambiamento climatico”, la Sat chiede di “ripensare l’agricoltura con soluzioni integrate e condivise per risparmiare l’acqua Bene Comune”.
La posizione della Sat arriva a solo un giorno di distanza dalla delibera votata dal Consiglio comunale di Canal San Bovo, che sarebbe il comune maggiormente coinvolto dall’invaso. Nella serata di martedì 23 luglio, i dieci consiglieri presenti hanno votato all’unanimità “di manifestare assoluta e piena contrarietà dell’Amministrazione comunale al progetto di sbarramento del torrente Vanoi per la realizzazione di un serbatoio, come proposto dal Consorzio di bonifica del Brenta” e “di condividere la diffida presentata dal presidente della Provincia autonoma di Trento”.
Ad essere contestati dalla Sat sono lo stravolgimento del sistema fluviale, “ormai unico nel panorama delle Alpi Orientali”; la pericolosità dell’opera, perché i versanti destro e sinistro dell’ipotetico lago presentano, secondo la Carta di sintesi della pericolosità della provincia di Trento, una classe di penalità “P4 elevata”, dovuta a potenziali crolli ed alla particolare situazione lito-geomorfologica dei versanti franosi. La Sat sottolinea anche che “lo specchio d’acqua avrà una forte evaporazione che cambierà il microclima della valle del Vanoi con più umidità e malesseri per la gente locale che ci vive”. Secondo la Sat, poi, “il Trentino ha già creato un completo sfruttamento delle acque; nel Vanoi e nel Primiero sono stati completamente sfruttati tutti gli invasi, captando ogni portata utile alla produzione, stravolgendo ambienti dove la natura ci ha messo anni per riadattarsi”.
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