Boschi, volano per l’economia

La tappa trentina del tour della Coldiretti. In Italia si utilizza solo il 30% della ricrescita del bosco, l’80% del nostro fabbisogno viene importato. Dallo sviluppo della filiera del legno sono 35mila i potenziali posti di lavoro

Rilancio dell’agricoltura di montagna, tutela e conservazione delle foreste, riduzione dei crimini ambientali, ma anche investimenti sulla qualità e sulla tracciabilità dei prodotti alimentari e incremento del made in Italy.

La tappa trentina del tour nazionale promosso dalla Coldiretti, dal titolo “Le Ra(e)gioni del cuore”, ha visto scendere in piazza Battisti a Trento oltre duemila agricoltori e boscaioli, tra cui tante donne e giovani imprenditori, in difesa dell’agricoltura di montagna e della lotta al degrado dei boschi. Sul palco del teatro Sociale si sono confrontati il presidente della Coldiretti nazionale Roberto Moncalvo, il ministro per l’ambiente Gian Luca Galletti il viceministro per le politiche agricole Andrea Olivero e il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi.

I numeri descrivono un settore in crisi: dal dossier elaborato dalla Coldiretti emerge che in montagna più di un agricoltore su due (53%) ha abbandonato l'attività nell'arco di vent'anni, determinando la scomparsa di 2,2 milioni di ettari di superficie agricola. Le giornate di lavoro in agricoltura nelle montagne italiane si sono dimezzate, passando da 89 a 47 milioni, con un crollo che ha costretto 320 mila aziende agricole a chiudere. L’abbandono della montagna porta ad un’avanzata della foresta, con rischi per l'ambiente, gli incendi e la stabilità idrogeologica.

“Ogni anno in Italia si utilizza solo il 30% della nuova superficie boschiva – è l’allarme lanciato da Moncalvo. – Il risultato è che si importa dall'estero più dell'80% del legno. L'industria italiana del legno è la prima in Europa, ma con legna che arriva da Paesi vicini. Bisogna fare in modo che l'Italia inizi a sfruttare in modo positivo questa risorsa: con l’aumento di prelievo di legname dai boschi si potrebbero creare oltre 35 mila posti di lavoro”.

“Il Trentino e l’Alto Adige, assieme alla Valle d’Aosta sono tra le poche realtà in cui non si è registrato un abbandono della montagna” ha replicato il governatore Ugo Rossi. Ma è necessario un costante presidio e manutenzione del territorio. In Trentino i boschi ricoprono il 62% della superficie. “Cerchiamo di mantenere una gestione forestale attiva – ha spiegato Giovanni Giovannini, commissario della forestale di Trento. – Inoltre sono stati introdotti incentivi alle imprese per investire in macchinari e nella tutela di malghe e pascoli alpini. Oltre 2mila persone in Trentino lavorano nella gestione dei boschi. “I boschi si debbono tenere una maniera diversa coltivandoli – ha sottolineato Gabriele Calliari, presidente della Coldiretti del Trentino – bisogna avere il coraggio di cominciare a parlare anche di taglio. Il cittadino deve essere cosciente che un bosco tagliato, nel momento in cui è maturo, ha assolto la sua funzione e permette a tante altre piccole piante di potersi esprimere e di poter crescere”.

In questa direzione va il collegato agricoltura, approvato in via definitiva dal Parlamento. “Un provvedimento – ha commentato il viceministro Olivero – per dare slancio alla nostra agricoltura e competitività all'agroalimentare attraverso interventi in settori mirati, come la forestazione, il biologico e iniziative tese a favorire il ricambio generazionale”.

La gestione dei boschi e dell’ambiente montano aiuta a contenere gli incendi boschivi, spesso di origine dolosa, che nel 2015 sono aumentati del 49%, mandando in fumo più di 37 mila ettari di bosco con danni per l'ambiente e la stabilità idrogeologica.

“Chi pensa di incendiare i nostri boschi lo perseguirò fino alla fine – ha spiegato il ministro Galletti, facendo riferimento anche alla battaglia contro i crimini ambientali. – La legge sugli ecoreati, ha avuto un impatto a livello di prevenzione, ma in sei mesi di applicazione se ne sono contati 20mila 700, ancora troppi".

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