Taglia in un anno 35 mila metri cubi di legname e fattura sette milioni di euro, confermando come l’industria del legno sia la seconda per importanza, dopo il turismo. “Viviamo situazioni alterne e non è semplice adeguarci al mercato che muta rapidamente nel tempo”, spiega Stefano Cattoi, direttore della segheria di Ziano. “Durante la crisi economica c’era poca domanda, oggi invece la richiesta di legname è cresciuta a tal punto che abbiamo problemi di produzione”.
Oltre agli usi classici del legno negli ultimi decenni si è fatta strada una forma di utilizzo “nobile” per il legno non pregiato: i pannelli “x-lam”. Si tratta di pannelli lamellari in legno massiccio, di spessore variabile, realizzati incollando strati incrociati di tavole di spessore medio di due centimetri. I pannelli sono i “mattoni” delle case in legno, la punta di diamante dell’architettura a basso impatto ambientale. Non solo. Le case a pannelli “x-lam” sono anche resistenti ai terremoti.
Di qui la collaborazione con la Protezione civile nazionale per fornire case antisismiche per le aree terremotate. Ma il legno di Fiemme non è solo uno strumento “umanitario”, è capace di trasmettere anche emozioni profonde. È risaputo che un abete rosso su 10 mila è di risonanza. Significa che siamo in presenza di un legno pregiato, considerato perfetto per la produzione degli strumenti musicali perché in grado di mantenere la massima qualità del suono. I liutai trovano in Fiemme il legno adatto per ottenere strumenti musicali di rara perfezione. Ecco perché il bosco di Paneveggio è detto anche “foresta dei violini“.
Del bosco non si butta via nulla. I cascami della segheria e la segatura prendono la strada della Bionergia Fiemme, una grande centrale capace di teleriscaldare 560 case e produrre pellet, le piccole palline di legno da usare per le stufe domestiche.
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