Il Lagorai, grande scrigno verde della valle di Fiemme

La catena del Lagorai è il grande scrigno verde della valle di Fiemme. Qui ci sono tre mila alberi per ogni residente quando bastano 20 piante per dare ossigeno a una persona. In totale sono otto milioni i metri cubi dei boschi di Fiemme, con una crescita annua pari a 150mila metri cubi, dei quali soltanto 100mila sono utilizzati.C’è chi si è preso il tempo per quantificare lo spettacolare sviluppo delle foreste fiemmesi. Il risultato del calcolo afferma che in ogni minuto il bosco cresce di due metri quadrati e ogni tre minuti c’è un metro cubo di legname in più. La segheria della Magnifica Comunità di Fiemme a Ziano è una delle più grandi realtà italiane impegnata a lavorare i tronchi di abete e larice.

Taglia in un anno 35 mila metri cubi di legname e fattura sette milioni di euro, confermando come l’industria del legno sia la seconda per importanza, dopo il turismo. “Viviamo situazioni alterne e non è semplice adeguarci al mercato che muta rapidamente nel tempo”, spiega Stefano Cattoi, direttore della segheria di Ziano. “Durante la crisi economica c’era poca domanda, oggi invece la richiesta di legname è cresciuta a tal punto che abbiamo problemi di produzione”.

Oltre agli usi classici del legno negli ultimi decenni si è fatta strada una forma di utilizzo “nobile” per il legno non pregiato: i pannelli “x-lam”. Si tratta di pannelli lamellari in legno massiccio, di spessore variabile, realizzati incollando strati incrociati di tavole di spessore medio di due centimetri. I pannelli sono i “mattoni” delle case in legno, la punta di diamante dell’architettura a basso impatto ambientale. Non solo. Le case a pannelli “x-lam” sono anche resistenti ai terremoti.

Di qui la collaborazione con la Protezione civile nazionale per fornire case antisismiche per le aree terremotate. Ma il legno di Fiemme non è solo uno strumento “umanitario”, è capace di trasmettere anche emozioni profonde. È risaputo che un abete rosso su 10 mila è di risonanza. Significa che siamo in presenza di un legno pregiato, considerato perfetto per la produzione degli strumenti musicali perché in grado di mantenere la massima qualità del suono. I liutai trovano in Fiemme il legno adatto per ottenere strumenti musicali di rara perfezione. Ecco perché il bosco di Paneveggio è detto anche “foresta dei violini“.

Del bosco non si butta via nulla. I cascami della segheria e la segatura prendono la strada della Bionergia Fiemme, una grande centrale capace di teleriscaldare 560 case e produrre pellet, le piccole palline di legno da usare per le stufe domestiche.

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