Situazione tesa dopo l'annuncio di 120 esuberi, attesa per l'incontro in Provincia
Continuano a richiedere una riapertura delle trattative con l’azienda i lavoratori della Marangoni di Rovereto, che questa settimana sono tornati a manifestare davanti ai cancelli della ditta contro la decisione dei vertici di mettere in mobilità 120 lavoratori, 80 a partire da agosto allo scadere della cassa integrazione, e gli altri 40 entro la metà del 2017.
Se da un lato la proprietà sembra non cedere, i sindacati puntano a riaprire la trattativa con azienda e Provincia, per chiedere a Marangoni di mettere in campo un piano sociale di sostegno ai dipendenti che perderanno il lavoro.
Uno spiraglio potrebbe arrivare dall’incontro in programma per giovedì con il presidente della Provincia Ugo Rossi e con il vicepresidente Alessandro Olivi. Per accompagnare la delegazione ci saranno altre 4 ore di sciopero.
La scorsa settimana, infatti, il Consiglio provinciale, dopo un incontro con i sindacati, ha approvato una risoluzione che impegna la Giunta a promuovere l’immediata riattivazione del tavolo di confronto; a sollecitare l’azienda a presentare un piano industriale e sociale che attenui il più possibile il sacrificio occupazionale e garantisca la prosecuzione dell’attività a Rovereto; a richiedere alla Marangoni di utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali; a rivedere gli accordi tra azienda e Provincia nel caso non siano rispettati gli obiettivi dell’accordo stesso.
L’operazione finanziaria messa in campo dalla Provincia a favore della Marangoni prevedeva una serie di vincoli tra cui quello occupazionale, la permanenza della sede legale in Trentino, la programmazione di un centro di sviluppo della produzione e soprattutto la finalità di spingere il Gruppo Marangoni a mantenere e possibilmente implementare l’esistente.
“Se l’unica scelta dell’azienda è tagliare il personale – ha detto l’assessore Olivi – quell’accordo rischia di non avere più le basi. Se l’azienda non intende ottemperare a questo accordo è giusto rimetterlo in discussione. L’azione del muro contro muro non è accettabile”.
Il comitato direttivo della Cgil del Trentino ha espresso solidarietà ai lavoratori. “Serve una riflessione con tutte le parti sociali sugli effetti delle politiche di sviluppo attuate in questi anni dalla Provincia di Trento – scrive il sindacato in una nota. – Quanto sta accadendo alla Marangoni di Rovereto e quanto accaduto anche nel recente passato ad alcune realtà industriali impone la necessità di interrogarsi sull'efficacia nel tempo di queste misure".
Mercoledì 18, alla vigilia dell'incontro con Rossi, il sindacato rilevava in una nota che si era tenuto un meeting fra gli impiegati dell'Azienda, “autorizzato dalla direzione ma senza nemmeno informare la RSU”.
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