Secondo i dati contenuti in una nota della Cna di Bolzano le partire Iva registrano un boom in provincia di Trento mentre a Bolzano c’è un netto calo. I dati sono estrapolati dagli ultimi numeri diffusi dal Ministero dell’economia e delle finanze e si riferiscono al confronto tra novembre 2014 e lo stesso mese dello scorso anno. Quindi, se in Trentino l’incremento sarebbe stato del 18%, in Alto Adige la flessione è nell’ordine del 30,5%. Una differenza notevole per due territori confinanti che Pino Salvadori, segretario generale dell’Unione provinciale degli artigiani e delle piccole imprese (la Cna altoatesina), così commenta: “Oggi l’Alto Adige è in piena ripresa. Le riforme nazionali in materia di lavoro e gli incentivi fiscali decisi dai governi centrale e provinciale, inoltre, stanno spingendo molte aziende altoatesine alla stabilizzazione, con contratti di lavoro, delle finte partite Iva, fenomeno purtroppo presente”. E poi sottolinea: “L’Alto Adige è la provincia italiana che ha risentito meno della crisi che, invece, in Trentino, ha avuto un impatto più forte”. Il trend bolzanino, conclude ottimisticamente Salvadori, “potrebbe verificarsi in Trentino nel corso del 2016”.
Dati e considerazioni che non convincono Roberto De Laurentis, presidente dell’associazione degli artigiani trentini secondo cui “messi a confronto novembre 2014 e 2015, la percentuale reale delle nuove imprese scende dal 17,8% al 14,2%, e sono dati della Camera di commercio di Trento”. C’è uno scarto tanto evidente tra i numeri forniti dai bolzanini e quelli trentini da far presumere sia il frutto di elaborazione e trattamento dei dati di diversa natura. “Non vorrei – aggiunge De Laurentis – che nelle percentuali comunicate da Bolzano rientrassero non solo le nuove partite Iva ma anche, ad esempio, le partite Iva di sedi di imprese aperte in Trentino. C’è poi il tema legato alle partite Iva dei professionisti e di tutti quelli che lavorano nelle start-up, cioè di singole persone, non di imprese. Insomma, dipende cosa ci sta dentro quei numeri e, se devo dirla tutta, il cosiddetto boom delle partite Iva non rappresenta proprio nulla, può essere una tendenza ma non un indicatore”.
Il presidente degli artigiani trentini è ancora più esplicito. “Ogni venti giorni – riflette – leggiamo numeri sempre diversi. Sarebbe ora di smetterla. Ci sono meccanismi che richiedono tempo e la logica vorrebbe che si stabilissero quei cinque-sei parametri che siano di riferimento per tutte le elaborazioni statistiche. La realtà è che, in materia, c’è gran confusione. In sintesi, penso che ci siano due estremi. Ci sono le imprese che vanno molto bene e quelle che, invece, se la passano molto male e in mezzo, nella terra di nessuno, non c’è praticamente nulla. Complessivamente, siamo ancora in stagnazione”.
“L’obiettivo per il Trentino – allarga il campo Franco Ianeselli, segretario della Cgil – deve essere la qualità, da perseguire in tutti i settori”.
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