Il lago di Braies da prenotare con un clic

Il sito dove si trovano le informazioni per prenotare un parcheggio presso il Lago di Braies

Lo spunto

Da lunedì 10 luglio è necessario prenotare l’accesso al Lago di Braies. Il servizio stradale ha completato ieri ulteriori lavori per la gestione del traffico. All’ingresso della Valle di Braies, anche quest’estate, dal 10 luglio al 10 settembre, ci sarà un accesso per le auto prenotabile digitalmente. In collaborazione con il Comune di Braies, è stata istituita una nuova zona di sosta breve con due infopoint che forniscono informazioni. (…) Tutti coloro che sono autorizzati ad accedere al lago possono superare automaticamente il punto di accesso sulla strada principale in direzione del lago: le telecamere leggono il numero di targa del veicolo e aprono la strada.
(da Tgr Bolzano del 4 luglio 2024)

L’esigenza di limitare l’accesso e il traffico automobilistico nei luoghi più affollati dal turismo non riguarda solo il celebre lago altoatesino di Braies, ma moltissime altre località anche trentine, soprattutto nelle Dolomiti, e non solo.

Si tratta infatti di affrontare un problema di presenze quantitative crescenti, di “overtourism”, di eccessivo e disordinato turismo che rischia di divorare se stesso, cancellando le stesse motivazioni che fanno della montagna una dimensione amata e ricercata. Il fatto che un sistema di controlli telematici sia stato riproposto a Braies questa estate, sembra indicare che l’esperienza dell’anno scorso ha dato risultati ritenuti soddisfacenti dai responsabili del marketing, ma ciò non vuol dire che possano costituire una soluzione adeguata per ogni situazione, soprattutto se la prassi dovesse estendersi oltre i ”pesi e contrappesi” che equilibrano il territorio sudtirolese.

Alla soluzione di Braies non mancano infatti le controindicazioni. Già doversi registrare su un sito internet per accedere ad una località montana toglie infatti una delle principali ragioni per cui la montagna viene ricercata e frequentata: quella di proporre un’esperienza esistenziale libera.

Non si tratta di “privacy” anche se finire in un elenco-sito che resta consultabile per anni e al quale un numero indeterminato di persone, istituzioni e gruppi potranno risalire non costituisce una prospettiva molto simpatica, quanto piuttosto l’essere costretti ad entrare in un circuito che porta a impigliarsi in una rete digitale i cui nodi vengono stretti e seguiti dalle videocamere, come ormai accade nella dimensione urbana, nelle strade, nei negozi, negli uffici. “Per sicurezza”, si dice (e anche in questo caso varrebbe la pena approfondire), ma proprio in questo sta il “peccato originale” della soluzione telematica per Braies, nel trasformare un angolo di montagna in un pezzo di quella dimensione urbanizzata dalla quale – con la vacanza – si cerca di sfuggire.

La montagna non è soltanto visione di un bel paesaggio, è una esperienza totale, di immersione in una realtà di natura (e di contatti umani), ma se chi entra in un bosco sa di essere registrato e monitorato dalle telecamere la sua esperienza sarà completamente diversa. Diverrà come andare a teatro per assistere ad uno spettacolo in una poltrona prenotata invece che vivere la scena in prima persona. Senza poi dire che l’iscrizione al sito, con tutti i “contorni” che essa comporta e richiede, se non pone problemi alle generazioni digitali, può creare non poche difficoltà e molestie a chi, per età, non maneggia con disinvoltura computer e telefonini, che peraltro non è ancora obbligatorio possedere.

Queste macchinette, possono anche riuscire utilissime, ma annullano proprio quegli spazi, quei tempi, quelle lontananze che in montagna si va a ricercare. Si dirà: “Ma chi non vuole registrarsi può sempre andare a piedi o in bici”. Certo, ma per trovare, una volta arrivati in prossimità della meta, quelle automobili e quegli spiazzi trasformati in parcheggio (registrati e prenotati) che si sono lasciati alle spalle.

E allora? Allora una soluzione esiste, ma non è quella informatica e digitale che ha il torto di uniformare anche l’esperienza naturale ad un messaggio on-line, quasi fosse anch’essa un grande videogioco: “Clicchi, e vedi la perla di Braies”.

La soluzione potrebbe invece essere quella di garantire l’accesso alle località di montagna più ricercate attraverso un servizio pubblico adeguato, attrezzato, a misura di turismo, non di trasporto urbano. Il che significa non prendere come veicoli le corriere di linea o gli autobus urbani sottoutilizzati, ma preparare su misura mezzi adeguati al proposito.

Non mancano le imprese di carrozzeria e di montaggio in grado di realizzare questa sorta di riconversione, che avrebbe anche un significato in termine di sostenibilità. Una regione alpina come la nostra potrebbe ben attrezzarsi a promuoverne. Si progettano e si producono mezzi militari sempre più tecnologicamente sofisticati. Non ci si potrebbe applicare per qualche ipotesi di rivalorizzazione dei mezzi turistici? E magari anche con i vetri sul tetto, così da ampliare la vista sul territorio che si percorre?

Pensiamo ad automezzi in grado di affrontare i tragitti alpini a velocità moderata, senza creare malessere nelle curve ai passeggeri, in grado al tempo stesso di conseguenza di offrire più opzioni di andata e ritorno dai paesi di valle dove poter lasciare la propria vettura.

L’esperienza in montagna risulterebbe così più ampia e completa, perché la libertà della montagna non significa poter, o voler, fare ciò che si vuole, ma poterla vivere intensamente, osservandone i limiti. Che, in questi casi, riguardano anche quelli posti dai noi nodi e dalle procedure di modalità telematiche alle quali sembra non si possa rinunciare, neanche nel regno della libertà.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina