La sintesi di nuovi prodotti denominati allelochimici ha allargato e diversificato i possibili impieghi
Il processo di revisione europea dei prodotti fitosanitari che ha portato ad una drastica riduzione degli insetticidi chimici e limitazioni al loro uso è culminato all’inizio del 2014 con l’obbligo per tutte le aziende agricole europee di applicare i principi della difesa integrata (direttiva quadro 128/209/Ce per l’uso sostenibile dei fitofarmaci nella gestione fitosanitaria delle colture).
In questo contesto l’attenzione a mezzi di difesa alternativi agli insetticidi chimici e a minore impatto ambientale è in forte aumento soprattutto nei settori frutticolo e viticolo che in tempi relativamente brevi hanno dovuto modificare le strategie di controllo degli insetti fitofagi. Tra i mezzi alternativi agli insetticidi l’uso dei feromoni sessuali ha incontrato una crescente applicazione in particolare per il controllo dei lepidotteri che attaccano il frutto (verme delle mele, tortrice dell’uva).
Oltre ai feromoni, la più ampia classe dei semiochimici (sostanze chimici segnale) dovrebbe in un prossimo futuro offrire nuovi strumenti per il controllo integrato degli insetti che potrebbero rivoluzionare le attuali strategie di difesa della piante in generale, dei fruttiferi e della vite in particolare.
Per capire la portata dell’innovazione anche con riferimento specifico alla fruttiviticoltura del Trentino, prendiamo spunto da una relazione del prof. Giacinto Salvatore Germinara dell’Università degli studi di Foggia che ha per titolo: “Le prospettive di sviluppo pratico di tecnologie basate sull’uso di semiochimici in agricoltura”.
Il termine semiochimici deriva dal greco “Semeion” che significa segnale e si riferisce a sostanze che intervengono nelle interazioni tra organismi viventi nei quali possono indurre modificazioni di carattere etologico (comportamento), fisiologico e perfino morfologico.
Negli insetti tra le diverse modalità di comunicazione (visiva, acustica, tattile, ecc.) quella chimica assume un ruolo di primaria importanza regolandone vari aspetti della vita di relazione sia a livello intraspecifico, cioè tra individui della stessa specie, sia interspecifico, cioè tra insetti e ambiente. I semiochimici degli insetti normalmente attivi a concentrazione molto basse sono distinti in feromoni e allelochimici. I feromoni agiscono a livello intraspecifico, cioè favoriscono la comunicazione fra individui della stessa specie. Gli allelochimici, al contrario dei feromoni, hanno azione interspecifica e possono mediare la comunicazione tra specie appartenenti anche a regni diversi (es. fitofago attratto da sostanze emesse da piante ospiti). Come i feromoni, gli allelochimici modificano il comportamento della specie bersaglio e sono quindi potenziali strumenti di strategie di controllo ecocompatibili.
Le potenzialità applicative dei semiochimici sono interessanti e numerose. Le registrazioni di prodotti basati su queste sostanze sono però ancora relativamente poche. In Europa esiste infatti una contraddizione di base tra la promozione della difesa integrata con mezzi di protezione basso impatto e le norme di registrazione.
La legislazione vigente è basata sostanzialmente sugli insetticidi chimici convenzionali e non fa alcuna distinzione fra questi ed i semiochimici, anche se le loro caratteristiche ecotossicologiche sono totalmente diverse. Sarebbe auspicabile quindi prevedere procedure semplificate di registrazione per queste tipologie naturali di prodotti fitosanitari. I semiochimici sono candidati promettenti per giocare un ruolo efficace nel controllo dei fitofagi mediante la difesa integrata. Grazie alla loro bassa tossicità sull’uomo e sull’ambiente, i feromoni e gli allelochimici potranno, in linea con le politiche di sostenibilità ambientali dell’Unione europea, contribuire concretamente alla tutela della biodiversità degli ecosistemi e alla sicurezza alimentare.
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