Agricoltori e cacciatori, si rinnova l’intesa

Sottoscritto un protocollo triennale finalizzato ad assicurare un'equilibrata convivenza tra attività agricola e fauna selvatica

Nell'ultimo quinquennio la Provincia, in base alle leggi vigenti, si è vista costretta a sborsare oltre 1 milione e mezzo di euro per i danni provocati in agricoltura dagli ungulati, ovvero da parte di caprioli e cervi e negli ultimi anni dai cinghiali penetrati nel territorio provinciale, tanto da sud che da nord. La popolazione del suide ha raggiunto livelli di guardia nelle regioni limitrofe, creando grossi problemi di contenimento per l'alto indice riproduttivo nelle vaste aree agricole e boschive abbandonate. Non sono solo i predatori, come i lupi, la lince ed anche l'orso ormai padrone assoluto del territorio locale, a colonizzare nuove zone, ma anche il cinghiale, tenuto sotto osservazione anche in Alto Adige dove sono state avviate, come in altre zone d'Italia, delle verifiche sui possibili effetti a distanza dell'esplosione del reattore di Chernobyl.

Il cinghiale è considerato l'unico erbivoro (si ciba infatti prevalentemente di fittoni) che possa risentire della contaminazione di Cesio-137 fuoriuscito dal reattore numero 4 esploso nella centrale nucleare in Ucraina il 26 aprile 1986. Il rischio non riguarda gli animali domestici che si alimentano su terreni gestiti dagli agricoltori, e nei quali l'isotopo, in seguito appunto ai lavori agricoli è penetrato da tempo in profondità, così da non contaminare più le specie erbacee e le piante di superficie, assunte in pastura. Al contrario, il cinghiale si alimenta anche nei boschi e in ambiti paludosi dove l'umidità ristagna nel terreno, impedendo al Cesio-137 di raggiungere gli strati profondi. Se presente in superficie può entrare nella catena alimentare. Nella vicina provincia di Bolzano tutti i cacciatori sono stati coinvolti nell'operazione di monitoraggio. In caso di abbattimento di un cinghiale sono tenuti a consegnare alle autorità veterinarie un certo quantitativo di carne per gli esami di laboratorio. Cinghiali radioattivi sono stati accertati in Piemonte dove consistente è la presenza di tartufi di cui la specie è ghiotta.

In Trentino l'indennizzo per i danni all'agricoltura è stato esteso anche a questa specie animale e consente la copertura del 70% del danno accertato e un contributo per le opere di prevenzione (recinzioni) pari al 50%. Resta esclusa l'avifauna non inserita nella normativa, ma che proprio nel periodo della maturazione della frutta, nel cuore dell'estate e della raccolta che coincide con la stagione migratoria, arreca guasti a mele, pere, uva e piccoli frutti, con incursioni da parte degli stormi ed attacchi anche di singoli soggetti stanziali o migratori, come le gazze.

Fra contadini e cacciatori nel passato era prassi consolidata quella che portava alla sottoscrizione di un'intesa, annuale o pluriennale, per iniziative di prevenzione e di deterrenza contro i danni degli animali. Negli ultimi tempi gli accordi si sono allentati, mentre i danneggiamenti agli impianti e ai prodotti agricoli sono aumentati in maniera esponenziale per l'accresciuto numero di animali selvatici, come gli ungulati, che al momento della pastura abbandonano i boschi per invadere i prativi più ricchi di foraggio, i poderi con nuovi impianti o gli arativi, mettendo in allarme i contadini. Ciò ha indotto le associazioni agricole, Coldiretti, Confagricoltura e Confederazione agricoltori, a promuovere con i cacciatori una nuova trattativa e ad istituire un tavolo permanente di confronto. L'operazione ha avuto come risultato finale la sottoscrizione di un nuovo protocollo triennale finalizzato ad assicurare, per quanto possibile, un'equilibrata convivenza tra attività agricola e fauna selvatica, accordo aperto anche ad altre associazioni o enti. L'interazione sinergica ed integrata tra le due componenti sociali ed economiche non fa che tradurre in adempimenti specifici quanto previsto dalla legge provinciale (n.24/91) laddove recita che la tutela del patrimonio faunistico deve essere indirizzata alla conservazione ed al miglioramento della fauna, in armonia con le risorse ambientali e con le esigenze dell'economia agricola e forestale, e mediante collaborazioni specifiche e progetti mirati. La carta di impegni è stata illustrata nei giorni scorsi dai responsabili del mondo rurale e venatorio nel Centro di Casteller: essa prevede la promozione di politiche gestionali per l'incremento della biodiversità e il miglioramento dell'habitat, la tutela della produzione agricola, la prevenzione dei danni, la sperimentazione tecnica ad esempio durante gli sfalci primaverili in presenza di piccoli di caprioli travolti dalle falciatrici e la costante formazione e informazione degli addetti. Avrà effetti anche sulla gestione della caccia nelle campagne.

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