La testimonianza del trentino Luca Guandalini, a Roma per l'incontro con il Papa: “Con quest'ottica si cambiano le ocse alla radice”
«Economia e comunione. Due parole che la cultura attuale tiene ben separate e spesso considera opposte. Due parole che voi invece avete unito, raccogliendo l’invito che venticinque anni fa vi rivolse Chiara Lubich, in Brasile, quando, di fronte allo scandalo della diseguaglianza nella città di San Paolo, chiese agli imprenditori di diventare agenti di comunione».
Così Papa Francesco sabato scorso ha salutato i 1200 imprenditori, giovani e studiosi convenuti a Roma in Aula Paolo VI per la festa dell’Economia di Comunione in rappresentanza di 800 aziende aderenti, a 25 anni dall'avvio dell'esperienza.
«Al vostro progetto sono da tempo sinceramente interessato» – ha detto il Papa, dopo aver ascoltato il loro saluto e le loro esperienze – “perchè voi fate vedere con la vostra vita che economia e comunione diventano più belle quando sono accostate una accanto all’altra. Più bella l’economia, certamente, ma più bella diventa anche la comunione, perché la comunione spirituale dei cuori è ancora più piena quando diventa comunione di beni, di talenti, di profitti».
Otto persone possiedono da sole la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità. Così il rapporto Oxfam 2017. La forbice della disuguaglianza si estremizza, condanna alla povertà centinaia di milioni di persone e evidenzia l’iniquità dell’attuale sistema economico.
In questa complessità l’Economia di Comunione, come altri percorsi economici, si può considerare un segno profetico. E' sorta nel maggio 1991 per reagire allo scandalo delle favelas che circondavano la città di San Paolo, in Brasile. Chiara Lubich invitò un primo gruppo di imprenditori a mettere in piedi delle aziende che, seguendo le leggi del mercato, producano utili «da mettere liberamente in comune». Lo scopo: sollevare i poveri, creare posti di lavoro, promuovere la cultura del dare in alternativa alla cultura dell’avere.
In aula Nervi fra i giovani e gli studiosi – oltre agli imprenditori – in Aula Nervi c'era anche il Trentino Luca Guandalini, che dopo gli studi economici all'Università sta impegnandosi a promuovere ulteriormente questo modello anche in Trentino, dove già alcune aziende (vedi a lato) sono operative: “Le modalità di realizzaione sono le più disparata ma il punto comune fondamentale è adottare una logica nuova nellagestione dell'impresa: al centro la persona, vuol dire guardare in modo nuovo i miei dipendenti, i miei fornitori, i miei clienti. Poichè l'obiettivo è condividere, avrò maggior attenzione al mio territorio fuori dall'impresa, arrivando a mettere a disposizione una parte dei profitti per metterli a disposizione delle persone bisognose. Con quest'ottica diversa possono cambiare le cose alle radici“.
«Se decidiamo di guardare il mondo insieme a poveri e scartati, – ha affermato Luigino Bruni, economista e coordinatore internazionale dell’Economia di Comunione – non possiamo restare sul piedistallo, dobbiamo scendere nell’agone, accanto alle vittime, combattere per loro, con loro. In cambio, otterremo occhi nuovi, vedremo cose che gli altri non vedono, a volte molto brutte, altre volte di bellezza infinita. L’EdC lo fa da 25 anni. Se vuole vivere deve continuare a farlo ogni giorno, meglio, di più».
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