Ritorno al pascolo

Salendo in questi giorni da Sardagna le pendici del Bondone, all'uscita dall'ultimo tornante prima di Candriai, il frequentatore assiduo della montagna di Trento non può non accorgersi della novità. Percorrendo la strada provinciale in direzione dell'albergo Posta si percepisce immediatamente un'atmosfera diversa, perfino una luce diversa: dalla strada provinciale ora lo sguardo può spaziare liberamente sul pendio che in leggera salita conduce all'agritur Malga Candriai. Tutta l'area, un tempo boscata, è stata riportata a pascolo, mantenendo soltanto un certo numero di piante di larice, ben distanti tra loro, qualche ciliegio e qualche sorbo.

L'intervento è stato studiato e realizzato dall'Azienda forestale Trento-Sopramonte e rientra tra le attività tipiche di questa peculiare realtà consortile che si occupa della gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale del Comune di Trento e dell'Asuc (Amministrazione separata di uso civico) di Sopramonte.

Ad avvantaggiarsi del cambio di coltura, da bosco a pascolo, sarà in primo luogo il vicino agritur, che vede ampliarsi notevolmente la disponibilità di superficie a pascolo e quindi di foraggio. L'allevamento dei cavalli di razza Avelignese rappresenta l'attività principale di Malga Candriai, che dopo la completa ristrutturazione avvenuta negli anni Novanta ha offerto un apprezzato servizio di ristorazione e pernottamento, al quale negli ultimi anni si è affiancata, per completare la proposta agrituristica, la fattoria didattica. La struttura, di proprietà del Comune di Trento, è affidata in gestione all'Azienda forestale Trento-Sopramonte, che proprio in questi giorni ha indetto l'asta pubblica per individuare il nuovo gestore (il bando scade il 2 maggio prossimo).

“Ma l'intervento, che abbiamo realizzato tra il 2015 e il 2016, ha anche un innegabile valore dal punto di vista paesaggistico”, rimarca il vice direttore dell'Azienda, Martino Port. Se un tempo la politica aziendale era tassativamente quello dell'aumento della superficie boscata, oggi l'Azienda forestale Trento-Sopramonte persegue piuttosto l'obiettivo del mantenimento della variabilità del paesaggio montano che, osserva Port, è sempre effetto dell'azione dell'uomo nel corso dei secoli. “L'area sulla quale siamo intervenuti – spiega Port – ospitava un bosco insediato su quelli che un tempo erano pascoli a servizio della comunità di Sardagna, gradualmente abbandonati per la riduzione delle attività agricole, e ospitava un lariceto di origine artificiale, piantato approssimativamente una settantina di anni fa”. L'intervento dell'Azienda ha preservato in parte la presenza del larice, perché è una pianta compatibile con il pascolo: ha chioma rada e perde le foglie ad ago nella stagione sfavorevole. “Sì è così creata una situazione paesaggisticamente piacevole, che al cambiare delle stagioni offrirà gradevoli effetti estetici e cromatici”.

Un intervento analogo, avviato nel 2016 e concluso di recente, è stato eseguito in un'area vicina, a ridosso del Centro Formativo di Candriai di proprietà della Provincia Autonoma di Trento, che ospita settimane formative per scuole elementari e medie, ma è anche un centro ideale per convegni, giornate di studio e soggiorni di vacanza. “Qui, dopo aver dato modo ai censiti di Sardagna di prelevare le porzioni di legna loro assegnate, abbiamo proceduto alla ripulitura del terreno sminuzzando con mezzi meccanici le ramaglie e le ceppaie, poi rimosse, e provvederemo a breve alla semina di specie foraggiere idonee per ripristinare il prato”, spiega Port. L'area sarà destinata a usi ricreativi. Ad accentuarne la destinazione anche turistica è stato realizzato, con il concorso del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento, un percorso didattico che consente di apprezzare la varietà delle specie animali e vegetali qui presenti. La ricchezza di aree sottoposte a tutela ambientale ha spinto la Provincia e il Comune di Trento a dare vita alla “Rete delle riserve del Monte Bondone”, con l'obiettivo non solo di tutelare la flora e la fauna locale, ma anche di salvaguardare la selvicoltura e l'agricoltura di montagna. A questo nuovo modo di gestire le aree protette presenti sul territorio, che dal 2014 ha coinvolto anche i Comuni di Cimone, Garniga Terme, Terlago e Villa Lagarina, le comunità della Valle dei Laghi e della Vallagarina, le ASUC di Sopramonte e Castellano e il Consorzio comuni BIM Adige, per valorizzare il territorio favorendo anche forme di turismo rispettose dell’ambiente, partecipa attivamente anche l'Azienda forestale Trento-Sopramonte, presieduta da Giancarlo Baldi, con i suoi 53 dipendenti, tra fissi e stagionali.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina